Sono Lucia, e vivo con l’ansia. Ho appena ricevuto un messaggio vocale da Federica che mi illustra il suo progetto: “Presentati” mi dice. Eccola che sale: comincio a sudare, sento salire una sorta di agitazione che poi è più preoccupazione. Sono preoccupata di non essere all’altezza, di non essere adeguata. Ma all’altezza di cosa poi?
Quando sale la paura, io scappo: l’ansia fa questo
Essere. Mi soffermo proprio su questa parola. Chi sono io? Istintivamente penso alla fuga, ma riascolto il suo audio dove dice: “In questo mio progetto si parlerà di emozioni, e per chi vorrà c’è la possibilità di mettersi a nudo per condividere stati d’animo ed esperienze”. Non ce la faccio, scappo di nuovo. In tanti momenti io sono l’ansia perché lei vive in me.
L’ansia mi blocca mentre la giostra delle emozioni gira senza sosta
Sono qui, ferma davanti al mio carosello; di recente sembra che i miei “cavalli” si siano imbizzarriti, ma proprio ora li vedo meglio e li riconosco uno ad uno.
Si chiamano:
- Rabbia
- Disgusto
- Gioia
- Tristezza
- Paura
Le mie emozioni, così affollate e così diverse, spesso sono arrivate di colpo. Ho incontrato la rabbia ed il disgusto, quando per troppo tempo ho compresso, impresso e non espresso quello che sentivo. Ho poi sperimentato l’abisso più nero e la tristezza incessante; quel dolore che si accompagna alle lacrime e che non è solo lo stato d’animo di un momento ma diventa il pane quotidiano delle giornate. Ho qualche difficoltà anche con la gioia, non la riconosco subito. Un po’ come quando ti saluta qualcuno da lontano e tu non lo identifichi, accorgendoti di chi sia solo quando se n’è già andato via.
Ma in fondo la mia preferita, la più vicina, quella che non si scorda di me in assoluto rimane la paura. Quanto vorrei non avere paura. Quell’emozione che in genere non si racconta, perché guai a mostrarsi “fallibili”.
Quando arriva la paura, scelgo di guardarla in faccia
Se potessi prendere tra le mani la mia paura come sarebbe? Una materia fredda di colore grigio spento, quasi pallida, sbiadita come le cose che non ti fa più vedere. Sorda. Di sicuro spigolosa, arida, amara. La paura non è morbida, malleabile, non si modella facilmente dentro di noi. “Stai attenta al burrone!”; è così che grida la paura sana, quella che dovrebbe salvarti di fronte al pericolo ma se il suggerimento ti arriva anche quando il burrone non c’è?
“LUCIA STAI ATTENTA AL BURRONE”
Ma quale? Dov’é? E vivi nell’attesa di capire da che parte fare un passo perché tu quel burrone proprio non lo vedi ma percepisci il vuoto intorno, senti incombere una frana. Si sgretola tutto. Stai cadendo. C’è un precipizio. Fai attenzione ai cavalli. Facciamo tutti un po’ più attenzione ai nostri cavalli, prendiamoci cura delle nostre emozioni. Addestriamoci a non averne paura perché qualsiasi esse siano ci stanno mostrando qualcosa.
E adesso chiedo a te: cosa ti sta mostrando la tua ansia?