Prima di illustrarvi come creare un altare, è mio dovere premettere che fin dall’inizio dei tempi, dalle civiltà arcaiche, egizie, greche e romane, ma anche scandinave e sciamane, l’uomo ha creato degli altari per celebrare le divinità o i propri antenati e svolgere i propri rituali. L’altare è uno spazio sacro, sia personale che da condividere con un gruppo, una “porta” un “ponte” tra l’uomo e il divino, in cui avvengono operazioni volte al ringraziare, manifestare, oracolare o divinare. Uno spazio, quindi, di potere, di connessione in cui la nostra energia si canalizza in tutta la sua massima potenza. Ancora oggi vengono creati dei grandi “altari” per celebrare feste importati come, per citarne una, quella del ritorno del Sole in Nord Europa.
Come creare un altare, dunque?
Questi spazi sacri possono essere fissi o mobili, e vi sono esposti gli strumenti e i simboli necessari per praticare magia, per l’operatività da svolgere o ancora in pertinenza alle divinità scelte. A proposito di strumenti, forse dovresti leggere il mio precedente articolo: “Ad ogni strega i suoi strumenti“.
Vorrei puntualizzare però una cosa: l’Altare o spazio sacro, non è necessario per la pratica stregonica. La magia siamo noi, è dentro e fuori di noi, è nella vita stessa e nelle connessione che creiamo ma come supporto lo ritengo importante proprio perché rappresenta per la strega un rifugio sicuro, uno spazio intimo e personale. Non è la “casa” del divino, come siamo abituati a percepirlo, qualcosa di esterno a noi, ma una porta in connessione
continua con le energie divine.
Conosciamo l’altare di una strega nel dettaglio

Ci sono molte tradizioni che improntano questo spazio a loro modo, solo per citarne due di riferimento generico,
nella Wicca è solito avere un Altare che rispecchi il cambiamento delle stagioni, con colori, frutta e candele corrispondenti in cui la Dea e il Dio vengono posti come divinità principali. Nella stregoneria tradizionale è tipico stabilire uno spazio per gli antenati, con le connessioni che riguardano gli spiriti o le divinità. Ma è davvero soggettivo.
Ci si può mettere su una serie di erbe a noi care, un angolo legato ai propri avi e alle offerte. Può essere utilizzato per la lettura oracolare, per ricaricare le pietre e i cristalli, insomma. Seppur non ci sia una legge universale riguardo al possedere o meno uno spazio rituale, io ritengo che per una buona crescita ed una chiara prospettiva riguardo il proprio percorso spirituale, l’Altare rimane da sempre un compagno fedele, un luogo in cui sentirsi davvero nel proprio ambiente. Spogliati di ogni maschera sociale, in connessione diretta con il divino, con i nostri dubbi, paure, emozioni e cambiamenti. Un esperienza diretta dell’indagine del divino sul piano ordinario. Un luogo in conoscersi a fondo, di cui avere rispetto e sentirsi rispettati, in cui ci si può sentire davvero a casa.