Le credenze limitanti sono entrate a far parte del linguaggio dei giorni nostri, ma spesso si fa fatica a capire cosa sono e di conseguenza, come affrontarle. Ho scelto quindi di condurti in questo viaggio attraverso un …gioco!
Cominciamo così: ti scrivo qui di seguito delle affermazioni, tu copiale su di un foglio, e vicino a ciascuna frase metti un numero da 0 a 10. Credi di poterti dire quella frase? Allora metti un numero superiore a 5 (valuta tu l’intensità).
Se non credi che quella frase sia adatta a te, il numero sarà inferiore a 5.
Cominciamo:
Ce la posso fare!
Sono amabile!
Vado bene come sono!
Sono importante!
Ho fatto il meglio che potevo!
Ho il potere di gestire la situazione!
Io ho la capacità di esprimere le mie emozioni!
Posso imparare a proteggere me stesso!
Io avrò successo!
Sono al sicuro!
Ho il controllo!
Posso ottenere ciò che voglio!

Quante credenze superano il punteggio 5? Poche? Metà? Molte? No, non è un test, a quelli ci credo poco.
Credo però agli spunti di riflessione e al buon senso; quelle che ti ho elencato sopra sono delle credenze “positive”, ovvero una parte di dialogo interiore, una parte di pensieri che dedichiamo a noi stesi in innumerevoli situazioni di vita quotidiana. Ho scelto le credenze positive, perché si sa, i terapeuti molto spesso partono proprio dal positivo. L’ho fatto perché so che in realtà, per la maggior parte delle lettrici, il numero di credenze che supera il cut-off del 5 sarà esiguo.
Avrei potuto farvi il giochino delle credenze negative, lì allora la soddisfazione sarebbe stata maggiore, ne sono certa!
Ti svelo un trucco però: se ti faccio ragionare sul positivo, sarai più propensa a volgere lo sguardo alle cose belle, forse a disconfermare qualche tua credenza; se invece ti faccio ragionare sul negativo, allora confermerai quella pessima idea che hai di te. Ecco perché ogni tanto i terapeuti vi fanno cercare 5 cose positive nella vostra giornata.
Ma torniamo a noi: sei riuscita nell’elenco a dedicarti qualche bella credenza? No? Va bene, non ho la bacchetta magica, e alla fine di questo articolo forse per te nulla sarà cambiato nella quotidianità, ma se ti faccio nascere anche solo un piccolo dubbio di poter cambiare almeno una delle tue credenze negative, sostituendola con una di positiva, allora posso considerare riuscita una mia mission.
Cos’è una credenza limitante?
Secondo Rokeach (1960), “Il sistema di credenze rappresenta l’insieme di aspettative, ipotesi o convinzioni, consapevoli o inconsapevoli, che una persona accetta come autentica spiegazione del mondo in cui vive”.
Siamo vulnerabili all’ambiente circostante, a come processiamo le nostre esperienze durante l’infanzia e l’adolescenza, e al modello di crescita che ci circonda. I nostri schemi e le nostre credenze fondamentali sono influenzati da tutti questi fattori, e su questi si basano i nostri ragionamenti, i nostri comportamenti e le nostre emozioni. Più semplicemente, crescendo impariamo a pensarci e a vederci in un certo modo, e questo modo risente ovviamente delle relazioni e delle modalità comunicative de mostro ambiente.
Per fare un esempio: da grande, nel qui ed ora, ti pensi come non adeguata, incapace di essere indipendente. Ti succede tutte le volte che devi prendere un appuntamento, tutte le volte che devi fare delle telefonate, tutte le volte che devi prendere una decisione da sola; potresti chiederti: dove hai imparato che da sola non ce la puoi fare?
Pensando alla tua vita e quindi al tuo passato, ti viene in mente quella volta che mamma ti ha mandato dal panettiere da sola, dicendoti: “Vai da sola che ormai sei grande e devi saperle fare queste cose”. Tu sei andata, eri contenta…hai comprato il latte perché ti eri accorta che era finito, poi un dolcetto per la tua mamma per farle una sorpresa e hai dimenticato il pane, ma eri contenta.
Una volta tornata a casa hai letto negli occhi della mamma la delusione e come un macigno è arrivata la frase: ”Ecco, lo sapevo non posso fidarmi di te”. Poi ancora ti tornano in mente altri episodi, diversi e che si posizionano in differenti punti della tua linea del tempo, ma tutti con un minimo denominatore comune: il non farcela da sola.
Ecco come una credenza limitante e negativa si insinua e si fossilizza nel nostro sistema di cognizioni.

Quali sono le tue credenze limitanti?
Dove hai imparato a pensarti in un certo modo? Spesso non ci rendiamo nemmeno conto di avere queste credenze, molte corrono nel cosiddetto “subconscio”. Ora ti starai domandando: “Ma come faccio a trovare e a cambiare questi miei pensieri negativi?”
Per scoprirli devi cominciare a porre la tua attenzione al tuo dialogo interiore, ovvero a tutte quelle cose, belle e brutte, che ci diciamo continuamente. Io lo dico sempre ai miei pazienti: quando sbagliamo qualcosa facciamo caso a cosa diciamo a noi stessi. Ad esempio: per sbaglio rovesciamo un bicchiere, parte immediatamente il coro da stadio nella nostra testa o siamo clementi?
Nel primo caso probabilmente ci diremo “Sono sempre la solita, non sono capace”, nel secondo è più probabile regni la tranquillità, e virtualmente ci diamo una pacca sulla spalla, il virgolettato in questo caso è più simile ad un “Pazienza, succede”. Più si diventa sensibili e consapevoli del proprio dialogo interiore, più si noterà il modo in cui certe idee negative vengono ripetute più e più volte. Quelle sono cognizioni negative limitanti.
Ti faccio un altro esempio: magari hai una relazione, e non ci stai bene in quella relazione, forse non sei nemmeno più innamorata, ma decidi di rimanere, anzi “non decidi” e stai. Anche se non sei felice, anche se lo sai che ti farebbe bene tagliare e cambiare. Qui sicuramente abbiamo un virus mentale (altro modo per nominare le cognizioni negative).
Forse nella testa ti girano frasi come:
“non troverò mai nessuno” oppure “non mi vorrà nessuno”: queste idee sono quelle che ti impediscono di andare avanti. Di nuovo: dove hai imparato che NON HAI VALORE? Dove hai imparato che NON SEI AMABILE? Quindi come faccio?
Adesso che ho inteso il mio dialogo interiore, come le cambio queste idee?
Proviamo a fare questo esercizio:
- Prendi nota
Scrivi ogni volta che scopri il tuo dialogo interiore, appunta la frase “cognizione negativa” su un foglietto
- Intensità: segna accanto alla tua nota un numero da 0 a 10 quanto la senti vera
- Frequenza: ragiona su quante volte quella frase compare nella tua settimana/mese e segna se spesso – abbastanza – poco (scegli una di queste 3 parole)
- Situazione: rifletti se quella frase te la dici o te la sei detta solo in quella situazione o anche in altri contesti
- Change
Tutte le volte che ti trovi nelle situazioni sopra dette, prova a dirti anche qualcosa di più compassionevole
Okay, e poi?
E poi …. ne parliamo nel prossimo articolo!