Le emozioni ci hanno condotto in un viaggio che ci ha permesso di comprendere come l’ambivalenza faccia parte di noi. I cosiddetti “sentimenti contrastanti” fanno parte della vita quotidiana e dobbiamo imparare a conviverci poiché intrinseci nell’animo umano.
Abbiamo visto come provare sentimenti contrastanti sia tipico della relazione con il partner: questo alternarsi di amore e odio è qualcosa che non compromette il rapporto, purché ci sia equilibrio. Queste forze antitetiche sono entrambe fondamentali, una come ricerca della vicinanza, e l’altra come bisogno di salvaguardia e mantenimento dell’integrità e dell’identità personale. Ogni relazione che viviamo porta con sé un mondo emotivo vario e dinamico. Quello che ognuno di noi prova per le figure più importanti della propria vita, porta con sé una storia variegata e complessa.
Le emozioni nelle relazioni: matasse emotive colorate
Ognuna delle matasse emotive che compongono le nostre relazioni è costituita da fili di tanti colori. Ci sarà la prevalenza di una tonalità, certo, ma si tratterà comunque di un groviglio in perpetuo cambiamento. Nei confronti di un padre e di una madre, ad esempio, possono coesistere un sentimento di riconoscenza per le attenzioni e le opportunità offerte, ma anche di rabbia per le mancanze subite.
Sempre nei confronti dei propri genitori, possiamo provare una sincera tenerezza nel vedere gli effetti del tempo che passa, e un persistente risentimento per la difficoltà ad essere compresi. Possiamo provare il desiderio di una maggiore vicinanza emotiva, e il contemporaneo allontanamento per la paura di essere feriti. Anche nella sfera della maternità abbiamo approfondito come l’ambivalenza contrassegni la maggior parte dei pensieri e delle emozioni delle mamme. Già a partire dalla gravidanza le madri provano sentimenti contrastanti.
Le forze che governano il nostro sentire

Quante volte il nostro sentire non è unidirezionale ma viviamo stati d’animo contrapposti?
Quante volte ci mostriamo in un modo ma in realtà dentro di noi celiamo vissuti di tutt’altro tipo?
Una grande forza esteriore, un’esuberanza a volte ostentata, un’estrema sicurezza, possono essere lo scudo di una fragilità profonda e di un mondo interiore colmo di paure e incertezze.
A volte questi aspetti più delicati e nascosti emergono se la persona si lascia andare completamente e si mette a nudo. Ecco che le difese crollano, altre volte invece quella corazza di superiorità e indistruttibilità resiste e prende il
sopravvento su tutto il resto. Sono molte le situazioni che nella nostra vita ci portano a fare i conti con l’ambivalenza, soprattutto di fronte ai cambiamenti. Ogni evento nuovo è come se fosse una figura con una duplice faccia.
Immaginiamo ad esempio una promozione sul lavoro: da una parte questa porterà con sé una gran dose di senso di sfida, competizione, entusiasmo e forza, ma dall’altra preoccupazioni, ansia, timore per il nuovo carico di responsabilità. E come tralasciare poi la paura di non farcela, di non essere in grado? Possiamo provare attrazione e avversione nei confronti di un dolce appena sfornato. Terrore e carica positiva davanti a un trampolino altissimo. Pigrizia ed entusiasmo di fronte all’idea di iscriversi ad uno sport. Titubanza ed euforia le ore prima di un appuntamento importante.
Che fare quando emozioni opposte prendono il sopravvento?
L’ambivalenza di per sé può generare ansia e incertezza, perché ci si sente in balia di pensieri non univoci, di forze opposte, e non si sa a che parte di noi dare ascolto. Ci si può sentire in colpa perché si mette in discussione il sentimento verso le persone care, si rischia di dubitare della propria coerenza, si teme di non essere in grado di prendere una posizione.
E allora cosa fare?
Se non riesci da solo a fare un viaggio di introspezione, un lavoro di metacognizione che ti permetta di riflettere sul tuo modo di pensare, un cammino di comprensione profonda della realtà e di te stesso, allora…CHIEDI AIUTO! Con il sostegno di un professionista potrai compiere un percorso di acquisizione di consapevolezza, di accettazione, di legittimazione, d’integrazione e di raggiungimento di un nuovo equilibrio. Grazie ad un aiuto esterno, l’ambivalenza non verrà più vista come portatrice di conflitti e difficoltà, ma come manifestazione di quella che è la ricchezza e la complessità dell’universo emotivo umano.
Come far accettare la nostra ambivalenza agli altri?
Abbiate fiducia e vedrete che nel momento in cui avrete raggiunto, con l’aiuto di uno psicologo, un buon livello di accettazione e integrazione, questo avrà un riflesso positivo sul mondo intorno a voi e non potrà che giovare alle persone che vi stanno vicino. E parallelamente, rafforzati alcuni aspetti di sè, acquisita una maggior sicurezza, l’influenza che gli altri eserciteranno su di voi avrà un peso minore!
Il loro giudizio vi toccherà con un impatto ridotto e vi condizionerà di meno, o forse non vi toccherà affatto. Concedetevi il lusso di farvi aiutare, avrete più strumenti per farvi valere senza mettere in dubbio il vostro sentire.
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