Frustrata

Frustrazione: quando cadono miti e crollano sogni

Autrice: Federica Milli
Articolo

Ottobre 14, 2021

Che frustrazione! Ho da poco scoperto di avere una mente poco elastica, e credo che questo sia dovuto alla mia stanchezza mentale.

L’ho realizzato quando, di fronte ad una pagina bianca, sapevo di cosa scrivere ma non trovavo il modo per farlo: pensavo al titolo ancor prima di abbandonarmi alle parole. Poi ho preso in mano i miei infiniti quaderni, e ho riletto vecchie confessioni, sfoghi, tutti degli ultimi anni. Sono stati periodi tristi, pesanti, che mi hanno messa a dura prova.

Ho investito molto sulla famiglia, diciamo che ho investito tutto, e se tornassi indietro lo farei ancora ma lascerei anche molto altro spazio all’individualità. I cammini di consapevolezza nascono così, per quanto mi riguarda: dalla sofferenza, dall’insoddisfazione, dalla frustrazione.

Allenarsi alla frustrazione: la vita non percorre la strada delle tue aspettative

Parlando di frustrazione, voglio dirvi questo: allenatevi a quell’amara sensazione che vi resta sul palato quando non raggiungete un obiettivo. E non ve lo dico perché non credo in voi o perché sono pessimista, ma perché per gestire le frustrazioni bisogna essere preparati. Ma come, nessuna frase motivazionale? Nessuna retorica? Niente di niente oggi?

No. Oggi vi riporto alla realtà delle cose, della vita, di questo viaggio meraviglioso fatto di salite e discese, di lunghi rettilinei, di conquiste e di porte in faccia, di nebbia, di temporali e di arcobaleni. Sono poche le cose che vanno come vorremmo, e prenderne coscienza è il primo passo per far pace con la frustrazione.

Momento verità: sognavo la famiglia allargata perfetta

Ho passato gli ultimi anni della mia vita a investire nel sogno di una famiglia allargata che potesse vivere in armonia: ecco il mio sogno. Quando ho scelto di stare con mio marito, sapevo che c’erano già due figli, e questo per me non è mai stato un problema. Per amore si affrontano molte sfide e ostacoli, ma la posta in gioco è altissima: la posta in gioco sei tu!

Ho perso me stessa in questi anni estenuanti in cui mi sono vestita da arbitro per placare emozioni, spesso negative, altrui; jo perso la speranza di raccogliere i famosi frutti, e ho sbattuto la faccia contro un vetro: il vetro non si è rotto, la faccia nemmeno, però che male!

Prendi il problema tra le mani e osservalo: io l’ho fatto, ecco cosa ho visto

Da quel vetro ho visto la mia famiglia allargarsi e ristringersi ogni volta che subiva dei cambiamenti.

La mia famiglia è un nucleo stabile che subisce delle modifiche continue e costanti ogniqualvolta qualcuno vi entra e ne esce, portando con sé il proprio vissuto. Ecco, diciamo che il problema non dovrebbe porsi, se non fosse che spesso il vissuto che varca le porte di casa mia non è leggero e giocoso. In poche parole la mia famiglia, da anni, si rompe e si ricostruisce di continuo. Ho visto mio marito in difficoltà nel tentativo di accontentare tutti, ho visto i figli soffrire, tutti e indistintamente.

Li chiamo figli, i suoi, i nostri, poco cambia: nella mia testa li ho sempre visti come anche figli miei, e forse è proprio qui che ho sbagliato. Non ho mai voluto sostituire nessuna figura materna, ma è innegabile che qui, in questo nucleo familiare, io rivesto IL ruolo materno e sono comunque una figura genitoriale, che piaccia o meno. Mi sarebbe piaciuto nel tempo diventare una figura di riferimento, a prescindere dai legami di sangue.

Ognuno di loro ha sofferto e soffre in base al proprio vissuto: ho visto rabbia, gelosia, pregiudizio e così poco amore varcare le porte di casa mia. Pensate che per anni mi sono persino sentita in colpa a pronunciare la frase “casa mia”.

Poi però mi sono guardata allo specchio e ho visto me, e sapete cos’ho capito? Che io con tutta quella roba lì, e per “roba” intendo emozioni ambivalenti e contrastanti, non c’entravo nulla.

Usa le tue energie per crescere: non devi dimostrare niente a nessuno

Ho capito il vero significato della parola: “Non puoi cambiare gli altri, ma puoi cambiare te stesso, perché sugli eventi non hai potere, ma hai delle grandi responsabilità circa il modo di affrontare gli eventi stessi”.

Ora vi dirò una cosa forte: vedere i miei figli soffrire mi ha fatto così male che spesso mi sono sentita colpevole di averli messi al mondo, perché per loro volevo solo il meglio e io sentivo che quello che loro stavano vivendo era doloroso. Io, la loro mamma, cercavo di compensare con tutto l’amore possibile, e nel maldestro tentativo di proteggerli, altro non facevo che proteggere me stessa. Già, perché loro, in realtà, si difendevano benissimo da soli, con tutte le risorse con cui sono venuti al mondo.

Ho proiettato la mia figura sui miei figli, soffrivo nel vederli così attaccati per la sola colpa di avere una mamma e un papà che si amano, ma la realtà è che soffrivo perché era la mia figura a non essere accettata, e sentirsi rifiutati vi assicuro che apre un cassetto colmo d’insicurezze. Infondo ognuno di noi vuole essere visto: non guardato, visto.

Ho vissuto gli ultimi anni della mia vita a dimostrare a persone che nemmeno mi conoscono che non era come dicevano loro, che io ero meglio di così, che si sbagliavano! Ma quanta energia ho sprecato, e quanto mi sono ingannata nascondendo le mie emozioni?

Vi fotografo la mia frustrazione

Mi avete chiesto più volte di parlarvi di me, di andare in profondità, circa la mia vita privata, il mio rapporto di coppia e i miei vissuti più intimi. Eccomi, questa è una parte di me che rappresenta motivo di sofferenza, rabbia, e oggi, in parte, estrema pace. Solo in parte però, perché i macigni si scalfiscono un pò per volta. Avrei voluto fare pace con questa situazione da tempo, ma stavo cadendo nel tranello di incolpare altre persone che probabilmente non vedevano l’ora di cogliere la palla al balzo per darmi contro.

E invece lo sto facendo adesso, lasciando a voi ogni interpretazione, e assumendomi tutta la responsabilità di quello che oggi è la mia famiglia e la mia persona. Ho fotografato la mia frustrazione: il sogno di una famiglia allargata armoniosa e collaborativa.

Dietro ogni delusione un’opportunità di rinascita: prendi in mano la tua vita

Cosa ci aspetta dopo la caduta? Una bellissima rinascita basata su ciò che negli anni è resistito e maturato: mentre ti sembra che tutto stia crollando attorno a te, poi realizzi che i pilastri su cui hai fondato la tua vita non crolleranno mai.

Uno di quei pilastri sei tu! Fate pace con il vostro senso di frustrazione, solo così riuscirete a concentrarvi sulla vostra crescita!

Ci hanno cresciuti abituandoci ai “No”: quello che prima facevano i nostri genitori, adesso lo fa la vita per noi, mettendoci di fronte le più svariate situazioni.

Fate tesoro di ogni singolo ostacolo che si pone tra voi e il vostro obiettivo, e imparate ad accettare che non sempre volere è potere, la vita vera è molto più di una frase motivazionale, e tu vali molto, molto di più di qualsiasi aspettativa o sogno irrealizzabile!

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