Sei mai stata presa della gelosia?
Hai mai provato questa emozione così forte, potente e inarrestabile? Quasi fosse un impulso?
La gelosia ha la forza di una valanga che tutto travolge.
Era, una di noi
Nell’antica Grecia, per continuare la nostra carrellata di esempi di miti e divinità, la grande Era ne è protagonista.
Era, compagna di Zeus, costretta a sopportare le infedeltà del Dio e a restare a lui fedele.
Cos’è la gelosia?
Stiamo senza dubbio parlando di un emozione complessa e secondaria.
La gelosia nasce dalla combinazioni delle emozioni primarie (rabbia, gioia, tristezza, paura…) con le interazioni sociali.
Nasce dalla paura e non dall’amore, e questo è un concetto fondamentale.
Alla base della gelosia vi è la paura per la perdita e per l’abbandono.
Torniamo al concetto di attaccamento: le prime relazioni affettive di cura e amore, o di trascuratezza e indifferenza, o ancora di abbandono plasmano e modellano le nostre relazioni future.
Se tu vivi la tua relazione come fonte primaria di sicurezza, l’eventuale dubbio di perdita di quella relazione apre la strada ad una paura molto radicata e profonda: la paura di perdere le proprie sicurezze, la distruzione dei propri muri portanti, insomma, crollerebbe tutto!
Capisci che in quest’ottica l’oggetto del desiderio non è nemmeno il tuo partner, ma la tua sicurezza.
Gelosia come mancanza d’amore
Questa emozione si fa strada in noi piano, quasi sottovoce e in punta di piedi, ma rappresenta la mancanza di qualcosa, o meglio, la paura che venga a mancare qualcosa: una parte di te.
Quindi probabilmente, se sei logorata dalla gelosia, dovresti chiederti se sei in una relazione troppo dipendente.
O ancora, se questo senso di possesso che senti (tu sei mio) può essere una spinta narcisistica, in quanto vedi traballare il tuo sentirti “unica e speciale”.
Cosa fa la persona gelosa?
Cerca, cerca e indaga.
Cerca prove di abbandono o tradimento o distacco: negli atteggiamenti, nelle parole del partner, nel cellulare, nel computer e nelle tasche.
Cerca ovunque. Ha bisogno di continue conferme, ma anche quando le ottiene riparte il tarlo.
Un tarlo nella testa.
Ritorniamo al concetto di personalità dipendente: se tu hai bisogno di radicare la tua identità e la tua sicurezza nella tua relazione (che sia amorosa o amicale o familiare) dipenderai da quella relazione e non da te stessa.
Tu non ti manchi mai.
Gli altri invece possono allontanarsi da te (è normale, fa parte del ciclo di vita).
In questa prospettiva capite che ogni “sospetto o ombra di abbandono” viene vissuto in modo traumatico e impattante.
Uno tsunami che arriva. E devasta.
Perché la gelosia distrugge. Non costruisce.
Quando l’amore viene confuso con il possesso
Spesso l’amore viene confuso con il possesso, con l’appartenenza:
“Ci prendiamo una pausa per sentire se ci manchiamo”
“Se sono gelosa vuol dire che ti amo, preoccupati se non lo sono più”
Sono solo un paio di esempi che ci fanno capire quanto sia radicata l’idea di gelosia come fattore prognostico positivo nelle nostre storie.
E invece… NO! La gelosia fa male, ci fa male. La gelosia ferisce.
A volte la usiamo a sproposito come emozione, a volte si prende troppo delle nostre relazioni.
Ma torniamo all’attaccamento: chi ha avuto esperienza di caregiver (figure di accudimento) ansiosi, ha generalmente maggiori probabilità di sperimentare e sentire tale vissuto emozionale.
Uno stile di attaccamento ansioso si accompagna spesso a vissuti di gelosia.
Inciampano maggiormente in una gelosia patologica quelle persone che hanno subito abbandoni, chi fa del partner la propria sicurezza, chi ha una personalità dipendente.
Il campo è vasto, qui riportiamo solo pochi esempi e semplificazioni.
Quando una gelosia è sana e quando è patologica?

Una sana gelosia altro non è che una buona consapevolezza della vulnerabilità delle relazioni, e può esserci quando c’è un buon investimento emotivo in una relazione.
In altre parole: gli altri possono lasciarci e noi stiamo male solo se abbiamo investito in questa relazione.
Tra parentesi anticipo la riflessione: “Allora non investo così non sto male” ribattendo con “Se non investo non ho una relazione”.
Una gelosia patologica invece si manifesta quando viola la libertà del partner, quando diventa violenta, quando diventa ossessione, quando in parole semplici ci fa vivere male.
Ebbene sì, il campanello d’allarme più comune della gelosia disfunzionale è proprio quel termometro che ci segnala la febbre d’amore.
Sei sempre in allerta?
Non ti fidi più de partner?
Pensi che ti tradisca?
Cerchi ovunque le prove del reato?
Questi pensieri non ti abbandonano mai?
Probabilmente sei in overdose di gelosia.
Attenzione: non sto sminuendo la paura di un abbandono o di un tradimento!
Si sa, abbiamo una buona dose di sesto senso che ci fa annusare da lontano certe situazioni.
Quello che vorrei spiegarti è che se il dubbio non ti fa più vivere, se sei in un loop senza uscita di sospetti e paure, se questa situazione ti fa male, forse è il caso di farsi aiutare per uscire dal loop e riprendere in mano la tua vita!
“Sono gelosa della sua ex”: la sindrome di Rebecca

Questo è un altro argomento caldissimo nelle sedute di psicoterapia: cosa fare di fronte alla gelosia per gli scheletri del passato?
Si chiama “Sindrome di Rebecca” la gelosia retroattiva, ovvero tutto l’odio e l’astio o la morbosità che puoi provare per le ex del tuo partner.
Il nome prende spunto da un film di Alfred Hitchcock del 1940, tratto da un romanzo di Daphne du Maurier, dove la seconda moglie di un vedovo comincia a provare una gelosia travolgente e ossessiva bei confronti della prima moglie.
Sicurezza e sentimento di inferiorità nutrono questa sindrome: le donne “Rebecca” non riescono a non fare confronti.
Hanno bisogno di certezze rispetto al fatto di essere le uniche in quanto muoiono all’idea che le ex possano essere state “migliori” di loro in qualsiasi aspetto di vita o di coppia.
Nella mente della donna gelosa c’è sempre il tarlo del confronto e la paura di perderlo, per perderlo si intende sia il confronto che il partner.
Quindi le caratteristiche che contraddistinguono la gelosia cosiddetta patologica sono:
Bisogno di controllo;
Paura dell’abbandono ;
Sentimenti di inferiorità ;
Come superare la gelosia?
La consapevolezza di dover fare un lavoro sulla propria persona e non sul partner o la coppia è fondamentale.
Potresti dover lavorare sul tuo stile di attaccamento, per essere più sicura;
Potresti dover lavorare sulla tua personalità, per esser meno dipendente;
Potresti dover lavorare sulla flessibilità cognitiva, per essere meno controllante e perfezionista, lasciando andare e, a volte, perdonando alcune mancanze di attenzione: non sei il centro dell’universo nemmeno per tuo marito, la puoi tollerare questa idea?
La gelosia può far male!
Fatti aiutare: parliamone!