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HO PERSO UN BAMBINO: L’IMPORTANZA DEL TEMPO

Autrice: Martina Melis
Articolo

Febbraio 10, 2022

“Ho perso un bambino e non ero pronta a questo dolore”.

Già. Purtroppo non si è mai pronti ad affrontare un lutto perinatale, e c’è qualcosa di fondamentale per incontrare e superare quel dolore: lo spazio per il tempo.


Capita spesso che di fronte alla perdita improvvisa, inspiegabile, troppo precoce di un bambino che non è ancora nato, la reazione dei genitori sia quella di pensare subito ad una nuova gravidanza.


Definirei questa spinta qualcosa di istintivo, legata alla pura sopravvivenza.


Scatta nella mente della mamma o del papà, di fronte a tanto dolore, la speranza di poter in qualche modo soffocare quel vuoto immenso e di veicolare nuovamente le energie, le speranze, l’attesa, i desideri in una nuova esperienza che possa essere positiva.


Questo è assolutamente legittimo, comprensibile.

Ho perso un bambino e sto soffrendo: concediti il dolore


Principalmente perché spesso perdere un bambino durante la gravidanza ti fa sentire solo, in preda a un dolore che non ti senti autorizzato ad esprimere, soprattutto se nei primi mesi.

Il pregiudizio con cui ti puoi trovare a confrontare è quello per cui non si possa soffrire così tanto per qualcuno che non hai conosciuto nel concreto, che quel dolore non possa essere paragonabile a quello di perdere un bambino più grande.

E’ come se ci fosse un timing predefinito, una fretta, una pressione dall’esterno, tale per cui è poco il tempo per poter stare in quel dolore.

Bisogna agire, cancellare, superare.

E’ quello che ti richiede la società, il mondo che ti circonda, ma non è quello che senti tu.


Come se quell’esperienza traumatica venisse svuotata di qualsiasi aspetto emotivo;
Come se non avesse senso dilungarsi nel pensiero di qualcosa che non c’è mai stato;

Per quei genitori quel bambino c’è stato, eccome!


È una creatura che hanno sognato ben prima di scoprire di aspettarla, idealizzata: ci hanno fantasticato e proiettato aspettative.


Quel bambino esiste nel loro cuore e nella loro mente già da tempo, e il loro dolore va riconosciuto, rispettato.

L’importanza dell’elaborare un lutto


E ora torniamo al tema centrale dell’articolo, ovvero lo spazio ed il tempo necessari dopo la perdita di un bambino, dopo un lutto.


Perché di lutto si tratta, in tutto e per tutto, e in quanto tale, va elaborato.

C’è bisogno di stare con quel genitore nella sua sofferenza.


Bisogna dare spazio per quel dolore, accertandosi che venga legittimato, accolto, liberato.
C’è bisogno del tempo, il tempo necessario.

Ma quanto tempo serve? Nessuno può rispondere a questa domanda, è un processo troppo soggettivo.

Il lutto è un processo dinamico, il dolore si affievolisce poco alla volta, poco a poco si va avanti, si integrano le esperienze passate al presente, si colmano pian piano i vuoti.

Non cancellare il tuo dolore, vivilo.


Il lutto non si cancella, non si soffoca. Va vissuto senza venirne però sopraffatti.
La non considerazione rende tutto traumatico, comporta degli strascichi che inevitabilmente si portano avanti.
Vivere un lutto senza poterlo elaborare può portare a delle ricadute, anche nelle gravidanze successive.
Ed è proprio per questi motivi che la reazione immediata che può scaturire nei genitori di cui abbiamo parlato all’inizio, ovvero di “colmare” al più presto il posto lasciato dal vuoto del bambino che non c’è più, rende il lavoro del lutto impossibile.

Ho perso un bambino ma voglio una nuova gravidanza: datti tempo


C’è necessità invece che ci sia il giusto tempo e spazio prima di potersi dedicare ad una nuova gravidanza.


Indispensabile perché ci possa essere quello spazio psichico per rivolgersi ad un nuovo bambino che non deve vivere nell’ombra di quello che l’ha preceduto. Un bambino che non deve essere caricato di responsabilità che non gli competono o investito di tutta una serie di proiezioni, paure, preoccupazioni, emozioni negative.


Una nuova gravidanza, prima che il lutto precedente sia stato elaborato, può inficiare il rapporto con il nuovo bambino.

Ci potrebbe essere una tendenza all’ iper-coinvolgimento o all’opposto, allo scarso investimento, oppure la coppia potrebbe ritrovarsi in crisi con l’arrivo del nuovo nato.


È difficile investire nuovamente sul futuro se il lutto non è stato superato, non si è ancora pronti.
Deve esserci il tempo per creare il giusto spazio emotivo fisico e psicologico per accogliere una nuova vita.
E proprio il tempo è quello che si viene invitati a prendersi quando ci si rivolge a uno psicologo per affrontare quel momento.
E quello che viene offerto è lo spazio per stare insieme in quel dolore, per dargli voce, per sentirsi liberi di esprimerlo, senza fretta.

Crea una spazio nel tuo cuore per quel bambino che non c’è più

baby loss

Si, proprio così. Il tuo cuore è grande perché è il cuore di una mamma un nuovo spazio consapevole dentro al cuore di quella mamma dove quel bambino sarà sempre con lei.

Un altro aspetto importante del lavoro di supporto è sicuramente quello di rinforzare i genitori in quelle che sono le loro competenze genitoriali, aiutarli a ricredere di nuovo in loro stessi, ad avere fiducia ancora nelle loro capacità di essere mamma e papà.

Liberandoli anche dai sensi di colpa che pesano come macigni per il timore di aver fatto qualcosa di sbagliato o comunque di non esser riusciti a evitare quella perdita.


Il professionista accompagnerà dunque i genitori che hanno perso un bambino da un lato riconoscendo il loro dolore, dando spazio alle loro angosce di esprimersi, legittimandole, dall’altra sostenendoli, stimolando la loro genitorialità affinché possano, se e quando se la sentiranno, dedicarsi ad una nuova esperienza e ad un nuovo bambino.

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