Nel Calderone della Strega si annidano le tue più grandi paure, e metaforicamente esse sono nell’anima dello stesso contenitore.
Durante il periodo dell’anno che va dal Solstizio d’Inverno all’Equinozio di Primavera, nella ruota dell’anno neopagana da Mabon a Imbolc, o in stregoneria da Secunda alla Candelora, si chiama comunemente “Momento del Calderone”. Il letargo che rappresenta il riposo, la discesa nel mondo “infero”, quando il “velo” si fa più sottile, Questo è il momento in cui più di ogni altro dovremmo dedicarci alla lentezza, alla conoscenza profonda e al lavoro introspettivo.
Per questo motivo ho deciso di parlarvi del Calderone, dello strumento più importante per ogni Strega, che non rappresenta solo un oggetto affascinante da usare durante la notte di Halloween o da vedere nei film a tema. Non è legato solamente ai tanti miti sulla “Strega” e la Stregoneria o alle fiabe che parlano di matrigne e streghe cattive, ma che archetipicamente è nella coscienza stessa del potere di ogni Strega. Un eredità fluttuante ma presente lasciata dalle Antenate riguardo l’Arte della Stregoneria, che molto spesso non sapeva neanche di essere chiamata tale.
Uno strumento di potere: il valore del Calderone
Dal Calderone di Cerridwen al “Ventre della madre terra”, è un esempio perfetto del potere di trasformazione e della capacità d’immergersi nello stesso, passando dall’ordinario allo straordinario. Racchiudendo in se i Quattro Elementi – Fuoco, Terra, Aria e Acqua – anche alchemicamente lo vediamo trasformarsi da ferro fuso a “nucleo” o “Grembo Oscuro” estratto dalla terra e lavorato nel fuoco. Un contenitore in cui bruciare resine e incensi elevando fumi nell’aria, o che conserva acqua e liquidi che si trasformano in pozioni;
Un “portale” che collega i mondi, in cui immergersi per poter lavorare con lo spazio più intimo e profondo di noi, un collegamento con i Grandi Spiriti. Il Calderone è uno strumento potente, di grande valore simbolico e folkloristico, ma anche vitale nei tempi bui, il fulcro della casa in cui raccogliersi, riunirsi, per riscaldarsi, mangiare, ringraziare.
Un oggetto che passa dall’essere un utensile in cucina per preparare anche semplicemente una cena o medicinali erboristici, sino al vedersi oggetto sacro. Una volta arrivato tra le mani di chi ne ha consapevolezza, il calderone vive del suo stesso potere.
Tempi moderni: è proprio necessario avere un Calderone?

Ma perché oggi, nella modernità, chi riscopre e segue la stregoneria dovrebbe avere uno strumento così antico? Diciamo che l’importanza è collegata al richiamo con il passato, per ciò che ha rappresentato per secoli la sopravvivenza, per essere sopravvissuto a violenza e persecuzioni, per essere giunto fino a noi. Per il superamento dell’Io, che include un “Noi” come un tutt’uno con le forze e gli elementi.
Un metro in grado di fornirci gli strumenti per non discriminare il bene e il male, che sono distinti ma non separati, il vero dal falso, le nostre stesse emozioni, in questo cammino che è la vita intera connessa con un passato, un presente ed un futuro che non ha tempo, se non l’illusione pericolosa di poterlo possedere.
Cosa vive nel Calderone?
Nel Calderone vivono e convivono le verità, la lucidità e la chiarezza. Gli esseri umani vivono costantemente con le paure al punto da volerle distruggere, e distruggendole, distruggono loro stessi.
Ma la paura è assenza di luce solo quando non sai guardare nell’oscurità.
Nel calderone alimenti il tuo orgoglio ed il tuo coraggio, quel coraggio in cui ti metti al servizio di te stesso, chiedendo a quell’oscurità, che i nostri Antenati hanno imparato a conoscere, come puoi aiutarti ad amarti, in quel vuoto, che è il centro buio del “Calderone” , che è il centro stesso dell’essenzialità.
La paura scompare nel momento stesso in cui la riconosci, senza obbligarti la stai vivendo, ci stai dentro e la stai riconoscendo come tale.
Nella vita di tutti i giorni questo Calderone non esiste, non lo vediamo, la cultura e la società non lo contempla minimamente ed è per questo che nell’uomo moderno s’insidiano così tante fobie che nascono attraverso la relazione con il mondo esterno. Perché non siamo in grado in primis di conoscere quella interna, la relazione con noi stessi: abbiamo paura di ciò che non vogliamo guardare in faccia.
Parliamo di paure: conquistale e governale!

La tua più grande paura è nell’anima del Calderone, e devi riconquistarla! Tornare a riconoscerlo come oggetto fondamentale, oggi, che è così distante, è importante quanto per la psicologia legittimare le emozioni. Perché nella sua memoria tattile, ci rimanda, ancora e ancora, al legame indissolubile che abbiamo con la Strega che vive dentro di noi. Esso ci rimanda alla parte più oscura, primordiale e selvaggia dalla quale la cultura vuole distaccarci. Se le nostre radici sono forti e radicate, esse ci ricondurranno a riscoprirla e ad osservarla per accettarla. Abbracciamo e amiamo la nostra natura, facciamolo sempre!
Impariamo ad amarci, solo così sapremo riconoscerci in questa vita. Facciamo lo stesso con le nostre paure, che infondo, parlano di noi.