Se tutto è vibrazione, il cibo non fa eccezione. Per la strega la vibrazione è ovunque, ed il suo talento è saperla riconoscere in ogni cosa, in questo mondo o in quello sotterraneo. Il seme che poi s’innalza bucando il terreno è il riflesso di ciò che nasce: si trasforma compiendo un viaggio, quello della vita, che poi muore per rinascere ed è lo specchio di ciò che siamo anche noi.
Oggi siamo continuamente distratti da ciò che mangiamo, ignorando che il cibo, che ha compiuto un viaggio tutto
suo prima di giungere a noi, continua a viaggiare nel nostro corpo dando vita alla nostra storia. Chiunque lo abbia toccato, imballato, spostato, trasportato, ha contribuito inconsapevolmente a dargli una vibrazione. Più quel cibo subisce variazioni, viene masticato di fretta, non viene assaporato, e meno possiamo riconoscerne il potenziale.
In ogni Mito, il cibo ci racconta una storia, ed è legato ad un significato profondo, come l’ulivo per la Dea Atena o i cereali per la Dea Cerere. Quando mangi, decidi che storia vuoi raccontarti, quale mito stai per compiere, come vuoi vedere la tua
storia nel mondo, essendo il mondo il riflesso dei nostri pensieri: e questo la strega lo sa.
Lo accetta consapevolmente, con la consapevolezza che l’uomo oggi non ha. Il mondo sotterraneo, che all’uomo occidentale fa cosi paura, è il luogo dei misteri, della morte e della rinascita, e di conseguenza, della vita. Non si mangia solo per sopravvivere fisicamente.
La terra, che ci da tutti i nutrienti necessari per camminare a lungo, s’intercambia con i nostri desideri, pensieri, idee, ma non solo: fisicamente è un dare e avere continuo che viene prepotentemente interrotto dai meccanismi moderni. E se la vita è poesia e narrazione, così come lo è la musica o la pittura, anche mangiare è un arte ormai perduta e
che la strega sta cercando di recuperare con tutte le sue forze per ristabilire un equilibrio.
Quando ti nutri, nutri i tuoi pensieri. Un cibo colto con amore, atteso con pazienza, mangiato con gusto, alimenterà pensieri amorevoli.
“Quando mastichi un cibo che hai dovuto scartare da un involucro di plastica, in cui è stato per mesi, senti
che non vai da nessuna parte. Quando mastichi un qualsiasi alimento naturale appena colto, compi un
viaggio ctonio, sotterraneo, riconducendo all’invisibile ciò che era visibile.”
(Il cibo del risveglio, Selene Calloni William 2018.)
Ogni volta che cucini, per te stesso o gli altri, fa sempre in modo che sia con amore, piuttosto che con rabbia o
fretta. Cucinando compi un rito, un azione generosa, ogni piatto che stai per riempire fa sì che arrivi al diretto interessato. Non darli a caso.

Ogni piatto non porterà solo cibo cucinato, ma anche l’amore che hai riversato riconoscendo il viaggio che
ha compiuto e che continuando compiere generando nuove vibrazioni. Ogni morso che diamo è un po’ come morire, per questo racchiude una preziosa saggezza e solo chi sa riconoscerne l’importanza, diverrà viaggiatore tutt’uno col mistero della vita. Finché non saprai compiere il viaggio ctonio, o, per dirla come Goethe “Finché non saprai come morire per
poi rinascere, rimarrai un viaggiatore infelice su questa terra oscura.”