Pessima madre, Sola

INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA: DENTRO AL SENSO DI COLPA

Autrice: Martina Melis
Articolo

Settembre 1, 2022

Oggi vorrei nuovamente trattare un argomento molto discusso ma di cui paradossalmente si parla molto poco nonostante il fatto che accomuni molte donne: l’interruzione volontaria di gravidanza.

Torno a ribadire (come già affrontato nell’articolo Interrompere una gravidanza, un tabù) che,  per quanto essa sia una scelta presa in piena consapevolezza, ciò non toglie nulla all’enorme peso e alla sofferenza che comunque comporta. Non è una cosa a cui si arriva perché  “forzate da qualcuno”, almeno nella maggior parte dei casi, per cui se parliamo di Ivg abbiamo a che fare con il concetto di volontarietà. Si, è vero, si tratta di scelta, ma il più delle volte è l’ultima possibilità, l’unica, frutto di disperazione, mancanza di alternative, difficoltà. 

Non è mai qualcosa a cui si arriva a cuor leggero.  L’interruzione volontaria di gravidanza è una decisione complessa. 

Sindacare sulla motivazione che porti una donna a questa scelta non è il mio obiettivo, e credo fermamente che nessuno dovrebbe erogarsi il diritto di decidere quale spiegazione renda questa strada più comprensibile e accettabile.  Il mio scopo è quello di parlare delle emozioni e dei pensieri che stanno dietro a una simile decisione, e focalizzarmi sul sentimento più preponderante: il senso di colpa

Il senso di colpa nell’interruzione volontaria di gravidanza

Quest’ultimo è il protagonista del mondo interiore della donna che affronta un simile momento e che la accompagna come un macigno soprattutto nei tempi successivi all’evento.  È lei in prima persona in tutto e per tutto che subisce un intervento, che blocca un processo in divenire. È suo il corpo che si modifica e si prepara ad accogliere una vita che lei stessa non è pronta ad aspettare.

La donna che sceglie d’interrompere volontariamente una gravidanza, si sente in colpa verso chi i bambini non riesce ad averli, verso tutte quelle donne che un intervento lo devono subire per forza perché affette da qualche patologia.  Il senso di colpa arriva anche verso il personale sanitario che in quel drammatico giorno le presta le cure, perché lei non crede di meritarle. Non pensa le si debba nemmeno un “Come stai ?”, nemmeno il minimo interesse per ciò che ha fatto.

Solitudine e vergogna

La donna di cui stiamo parlando vive tutto in piena solitudine: cade, si rialza, si preoccupa di proteggere chi le sta vicino. 

E si vergogna a piangere perché teme che esprimere emozioni la esporrebbe ancora di più al giudizio degli altri, rendendola ancora più scoperta, mostrando tutta la sua fragilità. “Cosa piangi adesso, te la sei voluta tu…” . E per questi motivi il più delle volte questo dolore lo attraversa da sola, lo soffoca, lo interiorizza. 

Cerca di andare avanti, come niente fosse, fingendo sorrisi di circostanza e buttandosi su tante attività, si riempie la vita, per non pensare e per non essere manchevole di nulla nei confronti di chi le sta accanto.  In questo modo si difende da tutta quella sofferenza, “tappa” quella voragine con i mezzi che ha a disposizione, illude se stessa e gli altri che tutto sia superato. Si estranea dalla situazione, ne prende le distanze, cerca di rimuoverla come se fosse qualcosa che non le è realmente accaduto. Il senso di colpa però rimbomba sempre forte nella sua mente ma non deve e non può chiedere aiuto perché continua a ripetersi che  è successo tutto  a causa sua.  Parallelamente teme che non potrà meritarsi altre possibilità, si convince di una qualche forma di punizione che la aspetta per quello che ha fatto. 

L’importanza del sostegno per fare pace con l’aborto

Sono Martina Melis e sono la psicologa delle mamme, di tutte le mamme, anche di quelle che hanno scelto di non esserlo. Offro il mio supporto su questo blog per arrivare ai cuori di più donne possibili, e lo faccio attraverso i servizi che ho creato per voi e che personalizzeremo assieme. Trovi tutto sulla mia pagina professionale.

In questo ultimo periodo ho seguito diverse donne che quel dolore non avevano più le forze per respingerlo.  Che erano stanche di fingere, di buttare giù e di nascondersi dentro una maschera di finta apparenza.  Che nonostante tutti i loro sforzi, non sono riuscite a silenziare quel grido di malessere interiore che voleva a tutti i costi essere ascoltato. Donne che hanno capito che tutta quella sofferenza aveva bisogno di esprimersi, di trovare uno spazio che la contenesse. 

Donne che hanno compreso che per poter ritrovare un nuovo equilibrio, quell’episodio traumatico e soprattutto le tante emozioni che lo hanno accompagnato dovevano esser elaborati.

Se anche tu ti senti coinvolta dalle parole che ho scritto, se anche tu senti che hai bisogno di prenderti cura di te nel profondo e di affrontare insieme a me un pezzettino della tua vita che ti ha fatto male ma che non avevi il coraggio di reggere da sola, non esitare a contattarmi, sono qui per te, pronta ad accoglierti ed ascoltarti.  È giusto tu ti conceda la possibilità di essere aiutata, perché te lo meriti! Soffocare il dolore non lo rende meno insistente, non lo cancella purtroppo. 

Ci sono ferite che non spariranno mai ma che hanno bisogno di essere trattate, alleviate con tatto, delicatezza, rispetto, assenza di giudizio…che hanno bisogno di qualcuno che se ne prenda cura insieme a te. 

Ti aspetto per guarire insieme.

Potrebbe interessarti anche...

Consulta gli articoli
amore e psiche
Dea
Valeria Aliberti

Amore e Psiche: c’era una volta…

Amore è un dio, questo ci dicono gli antenati. Eppure una delle più famose storie su Amore giunta sino a noi oggi non assomiglia affatto alle fiabe romantiche che subito si formano nella nostra testa se pensiamo al concetto di

Leggi di più
Specchio specchio delle mie brame
Brutta
Fanny Bellio

SPECCHIO SPECCHIO DELLE MIE BRAME …

Chi è la più magra del reame? “La strada per dimagrire è tutta insalata” Quello che avete appena letto è un simpatico aforisma che si trova sul web cercando frasi simpatiche o motivazionali-divertenti sulla dieta. Giuro che mi sono “piegata in

Leggi di più
papà supereroi
Consapevole
Martina Melis

Papà: anche i supereroi possono chiedere aiuto

Oggi vorrei portarvi a riflettere su quella che è una figura fondamentale nella cura dei figli, che dovrebbe essere, assieme alla mamma, complementare nella loro gestione: IL PAPÀ. Abbiamo fatto passi da gigante negli ultimi decenni. Già. Il papà, da

Leggi di più
Arrabbiata
Valeria Aliberti

Shakira e Medea: tra mito e mondo moderno

Shakira è stata al centro di moltissimi contenuti in queste ultime settimane, al punto che anche i meno appassionati di gossip se ne sono dovuti fare una ragione. Questo articolo esula di molto dal mio modo usuale di scrivere del

Leggi di più
mito
Dea
Valeria Aliberti

LA POETICA DEL MITO

“Il mito è una storia sacra che ebbe luogo all’inizio dei tempi”Uberto Pestalozza¹ Mito/mì.to/Dal greco mythos: parola, narrazione, favola, leggenda. Non voglio parlarvi del mito dandone una definizione da dizionario. Certo ne sarei perfettamente in grado, e chi non lo

Leggi di più

Percorsi

Come ti senti oggi?
È importante che tu riconosca ogni giorno i tuoi stati d’animo. Positivi o negativi che siano, troverai supporto cliccando sul percorso più adatto a te.
Perché Saper restare con le proprie emozioni, saperle ascoltare, ma soprattutto, saperle riconoscere, è un grande passo verso il benessere consapevole!

Sola

Ma anche ignorata, trascurata, tradita o abbandonata.

Sola

Vai

Ansiosa

Ma anche angosciata, inquieta o spaventata.

Ansiosa

Vai

Frustrata

Ma anche triste, delusa o stanca mentalmente.

Frustrata

Vai

Brutta

Ma anche grassa, derisa, difettosa, insicura o criticata.

Brutta

Vai

Invidiosa

Ma anche incapace, insoddisfatta o rancorosa.

Invidiosa

Vai

Strega

Ma anche connessa, ispirata, curiosa o intuitiva.

Strega

Vai

Consapevole

E pronta per prendere in mano la mia vita per renderla unica.

Consapevole

Vai

Arrabbiata

Ma anche nervosa, repressa e piena di emozioni negative.

Arrabbiata

Vai

Pessima madre

Ci vogliono far credere che esista la madre perfetta. Ma non è vero.

Pessima madre

Vai

Dea

Un viaggio nei volti estatici del femminile sacro

Dea

Vai