Invidiosa

Invidia: se la riconosci … non evitarla!

Autrice: Martina Melis
Articolo

Novembre 15, 2021

L’invidia è quel sentimento che ci porta a desiderare qualcosa negli altri che sentiamo di non possedere, e che porta con sé un vissuto di sofferenza, mal stare, rabbia. Se da un lato l’invidia ci fa volere delle qualità, caratteristiche o beni materiali che altri hanno e noi no, dall’altro si accompagna ad uno stato di negatività, dispiacere e nervosismo che ci pervadono.

E’ uno stato mentale che si fatica ad ammettere che ci appartenga, ma possiamo dire con certezza che prima o poi tutti, almeno a tratti, l’abbiamo provato.

Scopri cosa c’è alla base del tuo essere invidiosa


Una cosa è certa: alla base dell’invidia troviamo sicuramente la tendenza ad autosvalutarsi. Ci buttiamo giù, non ci focalizziamo sulle nostre risorse, sugli aspetti che funzionano nella nostra vita, e in questo circolo vizioso l’invidia ci spinge a concentrarci solo su quello che sentiamo di non avere.
Quale meccanismo attuiamo quando avvertiamo invidia? Eccone qualcuno:

  • Diamo un peso eccessivo ad aspetti che riteniamo essere carenti in noi;
  • Rimuginiamo su di essi;
  • Ci concentriamo ad analizzare beni materiali, possibilità, opportunità che non possediamo ma che vediamo ben evidenti sugli altri

Tutto ciò ci porta inevitabilmente a generare in noi un senso di frustrazione, un senso di colpa, un senso di ingiustizia (“perché lui sì e io no?”) che ci blocca in un’impasse.
Praticamente, ci autosabotiamo.

Spesso, inoltre, la persona invidiosa fa una lettura non obiettiva della realtà, la vede in maniera distorta, personale, soggettiva, perché amplifica questi aspetti che sente di non avere e li attribuisce ad altri in maniera eccessiva, esagerata, come se vedesse solo quelli e perdesse di vista il resto.

Parallelamente sorge un sentimento di astio e risentimento nei confronti della persona vicina che possiede
quello che noi non possediamo, e questo inevitabilmente va a incidere negativamente nel rapporto che abbiamo con la persona in questione. Ma c’è di più: spesso riusciamo a soffocare, a reprimere dentro di noi il nostro astio per non mostrarlo, perché proviamo vergogna. E reprimere le emozioni è sempre nocivo per il nostro benessere.

L’invidia è solo negativa quindi?

Come ogni emozione e stato d’animo, dipende da quanto spazio occupa nella nostra vita! Quanto riusciamo a limitarla? Quanto incide nel rapporto con noi stessi e con gli altri?

Soluzioni pratiche per rendere l’invidia innocua

Come si fa a trasformare l’invidia in qualcosa di positivo, o meglio, costruttivo?

1) Prendendo consapevolezza di questo stato emotivo, facendo i conti con il fatto che lo proviamo, cercando di comprendere da cosa possa esser scaturito. A volte compare nei momenti della nostra vita in cui ci sentiamo peggio con noi stessi, ci sentiamo giù e in maniera quasi masochistica invidiamo tutto quello che non abbiamo e che vorremmo.

Potrebbe invece anche manifestarsi in un momento in cui “abbiamo tutto” ma è come se non avessimo “mai abbastanza”, rendendo sempre inarrivabile il traguardo per stare bene: vogliamo sempre qualcosa di più, quello che gli altri hanno, e nulla sembra mai bastare, in un meccanismo che inevitabilmente ci travolge e da cui se ne esce
sempre sconfitti.

2) Una volta presa consapevolezza di questo sentimento, è importante poi tirarlo fuori, verbalizzandolo, dandogli voce, condividendolo con qualcuno, con un professionista o con una persona in grado di contenerlo. Tutto quello che si cerca di soffocare, infatti, il più delle volte assume un’importanza sempre maggiore nella nostra vita e può portarci ad implodere.

3) Impariamo ad apprezzare e a dar valore alle nostre risorse, a tutte quelle cose che possediamo,
emotivamente, fisicamente, concretamente, valutando anche di ristabilire una nuova scala di valori
in base alle nostre esigenze del momento, al nostro processo maturativo.

4) Cominciando a vedere quello che ci manca e che c’è nell’altro, non come qualcosa che ci mortifica
e che non ci fa mai sentire abbastanza, ma come stimolo, come occasione di crescita personale,
come qualcosa a cui ambire. Il confronto con l’altro a questo punto diventerebbe qualcosa di costruttivo, una spinta motivazionale a migliorarsi, a fare di più, ma fin dove possiamo arrivare. Perché è indispensabile ricordarsi che quello che l’altro ha e noi vorremmo, va comunque adattato alla nostra particolare realtà, alla nostra
personale condizione, va cucito su misura per noi.

Non tutto ci può calzare a pennello ma possiamo estrarre dall’altro quanto invece può essere giusto per noi!

Ed è così che via via, anche un’emozione socialmente ritenuta negativa, che si fatica ad ammettere
anche a noi stessi, come l’invidia, dopo un lavoro interiore di consapevolezza, accettazione, e modifica
dello schema cognitivo sottostante, può diventare anche motore per un accrescimento personale.

Mettiti in gioco in maniera diversa, usa questa emozione come spinta per diventare una persona migliore, non per gli altri, non per il mondo, ma per te!

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