Invidia: da che parte stai? Dalla parte di chi la prova, o dalla parte di chi la suscita?
Suona quasi blasfemo ammettere di sentirsi invidiate, del tipo: “Scusa, ma che problema hai?”; e io che sono una psicologa, perché mai dovrei dedicarmi a chi suscita l’invidia altrui?
Quanti luoghi comuni su questa complicata emozione!
Nella maggior parte dei casi in cui pensiamo all’invidia, siamo portati a condannare, ma anche a compatire, le persone che sono preda di questo complicato sentire. Forse dovrei correggermi: se scrivo che sono preda, allora giustifico un qualcosa di incontrollabile e in quanto incontrollabile non modificabile da me; invece se scrivo che sono immersa in questo sentire, mi lascio spazio e speranza di trasformazione.
Dialogare con l’invidia: destrutturare per ricostruire
Eh si, ho appena fatto un giochino strategico che vi anticipa un po’ di trucchi di alcuni percorsi che partiranno presto per chi vorrà approfondire e mettere mano alle proprie emozioni!
Ad esempio, destrutturare e ricomporre un nuovo dialogo interiore che ci porti ad un cambiamento: raccontarsi di “essere preda” è molto diverso dal dirsi “sono immerso”, “sento fortissimo” etc etc. Ma torniamo a noi, a te, e all’INVIDIA.
Se sei finita in questa parte del sito, in questo percorso relativo all’invidia, potresti avere due reazione ben distinte rispetto a questo mio articolo:
- IRRITARTI FORTEMENTE
- AMARLO ALLA FOLLIA
Nel primo caso, la mia deformazione professionale mi porta a dire “MOLTO BENE!”, e non perché sono una sadica, ma perché se queste parole ti “smuovono” qualcosa, è perché hai da lavorare in tal senso e io ti posso aiutare! Nel secondo caso, invece, potresti sentirti finalmente capita, e di conseguenza meno sola.
Sicuramente, se sei in questa pagina, l’invidia per te ha molto potere e grande spazio: magari non è sempre stato così, può essere un qualcosa relativo a questo periodo, o magari a questa tua giornata. Siamo portati a pensare e a legare l’invidia ad un sentimento di mancanza, di disagio, di rancore, ad un sentire di non adeguatezza, ma il mio scopo oggi è quello di capovolgere il tuo punto di vista, partendo dalla vittima che, con ironia, chiamerò carnefice.
Come si sente chi viene investito dalle invidie altrui?
Ti è mai capitato di vivere qualcosa di tremendamente bello, ma di non poterne parlare con nessuno?
Sono certa di sì, e sono anche certa del fatto che la privacy non c’entra. Piuttosto, potrei scommettere sul fatto che in quel momento avresti fatto del male a persone a te vicine, persone non fortunate quanto te.
Ti è mai capitato di raggiungere traguardi importanti ma di non parlarne per paura di ferire persone che in quel momento vivevano situazioni delicate?
Ti succede mai di essere contenta, ma di piangere di dolore perché le persone vicine a te al posto di comprendere e supportare, affondano denti e unghie per ferire?
Quante volte qualcuno ha sminuito aspetti della tua vita, del tuo carattere, o del tuo fisico?
Ok, se hai risposto in modo affermativo a qualcuno di questi interrogativi, allora probabilmente sei stata, o sei, vittima di invidia.
Come si sente una persona in questo ruolo e in queste vesti?
Arrabbiata, non compresa, e sola.
Arrabbiata perché vorrebbe gioire e condividere, e invece si trova a difendersi da dardi e frecce “amiche” nel peggiore dei casi.
Non compresa, perché chiaramente se io sono felice e te lo dico e tu non mi parli più, tanto compresa non mi sento, in quanto siamo in evidente dissonanza emotiva e cognitiva.
Sola, perché quando amici e sconosciuti lanciano attacchi di questo tipo, la società, TUTTA, risponde in maniera poco empatica “difendendo i deboli” e i deboli si sa, non sono mai le persone felici.
Ancora ti chiedo: quante volte hai evitato di dire che eri felice, soddisfatta, innamorata, per evitare di attirare a te sguardi colmi di invidia, rancore e rabbia? Purtroppo i luoghi comuni riguardo questa emozione sono tanti, troppi e immensi.
Se sono riuscita a capovolgere anche solo per un istante il tuo pensiero, e se per un secondo hai provato compassione per Chiara Ferragni, allora forse abbiamo destrutturato un virus mentale potentissimo.
L’invidia allontana e crea solitudine
Chi prova invidia verso gli altri, dovrebbe lavorare sulla consapevolezza, ed usarla come propulsore di cambiamento o accettazione; la stessa cosa vale per chi l’invidia la prova al contrario, su se stesso, per chi la attrae per i propri successi e traguardi, per le proprie conquiste o per il proprio modo di essere.
Ponete attenzione al mio linguaggio
Ho espressamente scritto “chi la prova su se stesso” senza nessun riferimento ad un presunto vittimismo, e questo perché metterei automaticamente la persona sulla strada del subire, e quindi del non controllo!
Ma cosa può fare dunque una persona invidiata?
Personalmente credo che in ogni situazione possiamo fare qualcosa per stare meglio.
Se mi sento sola perché invidiata, potrei provare a dire in modo assertivo il mio sentire; potrei provare ad esprimere le mie gioie sempre in modo assertivo ed empatico, anticipando eventuali sentimenti negativi che potrei innescare, comunicando la mia vicinanza alla persone che ho di fronte.
Ma ora sono io che chiedo a te: ti senti più invidiosa o invidiata? Suvvia, a me puoi dirlo!