Si può iniziare un articolo con CHE PALLE?
Rimuginare sulla propria identità è difficoltoso tanto quanto cambiare pelle ma allo stesso tempo ti mette difronte a tante verità. Che poi, di vero e assoluto non c’è nulla a questo mondo, ma a fine anno si guarda non solo la semina, ma ci si fa un’idea del raccolto futuro chiedendosi: “Ma io chi sono?”
Dicono che bisogna darsi degli obiettivi nella vita, altrimenti ci si perde nei meandri di aspettative e di altre brutte cose che portano tutte all’insoddisfazione. Nel momento in cui ci si da degli obiettivi si sbatte la faccia contro un muro in cui c’è scritto:
“Cosa vuoi dalla vita?”
Fatto questo preambolo, voglio dirvi subito la verità. Non voglio insegnarvi niente, non voglio lanciare messaggi, non voglio dirottare le mie parole da nessuna parte ma voglio parlarvi di me e di questo ultimo anno.
Voglio condividere.
Lo faccio perché per me siete stati compagni d’eccezione, e molto di ciò che ho fatto è stato grazie a voi. E per voi. Ho lanciato il mio sito e creato un team tutto al femminile, e qui mi ci voglio soffermare un pò. Anche la mia community è quasi interamente femminile, e per me è un paradosso perché ho sempre fatto fatica a stabilire legami con altre donne.
Sono stata anche io una lavoratrice dipendente, e ho avuto colleghe che mi hanno amata e altre a cui proprio non andavo a genio; ricordo ancora quelle che di colpo mi hanno evitata perché da segretaria sono diventata poi la compagna del capo.
Che stronza arrivista questa Federica! Hai visto zitta zitta dove è arrivata?
Si insomma, le mie cose me le sono sempre fatta da sola, ma non ho mai smesso di credere nella forza di un gruppo che non si manda cuoricini e bacini ogni giorno ma che collabora per qualcosa che punti ad arrivare a più persone possibili, creando una rete di supporto.
A tu per tu con la mia identità: tra limiti e potenziale

Sono diventata una leader nel mio piccolo, faccio persino fatica a scriverlo, ma l’ho fatto senza avere la minima idea di che cosa sia una leadership. La mia identità l’ho messa sotto la lente d’ingrandimento. Ho aperto Partita Iva, registrato il marchio di Oggi Mi Sento, stilato dei contratti.
Mi sono fatta guidare da creatività, istinto e voglia di mettermi in gioco, ma quando ci si mette alla guida di qualsiasi cosa poi ci si può anche scontrare, e io ammetto che ho toppato un pò con le mie insicurezze e ora sono in fase di constatazione amichevole con me stessa! Ho ricevuto affetto e sostegno, collaborazione, stima, supporto e appoggio e a dirla tutta non è stato tutto facile, non si può “arrivare” a tutti e non tutti riconoscono la nostra vera natura. Quando questo accade è bene allontanarsi, o meglio, io preferisco allontanare e allontanarmi perché non voglio convincere nessuno delle mie verità. Certe cose le devi sentire dentro, soprattutto se tratti la crescita personale.
Se ti perdi nella frenesia, riconosciti in ciò che per te è casa e riparti da lì
Ho litigato con mio marito così tante volte che sul mio stato civile ho visualizzato spesso e volentieri la parola DIVORZIATA quando chiudevo gli occhi, e non solo durante la fase pre-mestruale. Poi però c’ho fatto pace. Più volte.
Ho iniziato a comunicare in modo diverso con lui e ho smesso di vedere solo i suoi difetti perché quei suoi “difetti” in realtà agganciavano le mie ferite. Mi sto convincendo che ogni persona con cui intratteniamo rapporti che mettono alla prova la nostra identità, arrivi munita di una torcia per fare luce su parti che facciamo fatica a vedere.
Il problema è che poi, una volta viste, non puoi più fare finta di niente. Ho superato i sensi di colpa verso i miei figli per il tempo di cui li ho privati, salvo poi aver realizzato che avere una mamma che lavora a qualcosa di suo e che non insegna il “sacrificio in nome del dovere” è qualcosa che tutti e tre stanno apprendendo. Sono così fiera di loro, e si … posso dirlo, anche di me.
Lorenzo, il mio figlio più piccolo, ha un pò di confusione perché crede di essere il mio compagno di vita, Tommaso sonnambula di notte e mi sveglia ogni volta facendomi prendere un infarto dietro l’altro, Mattia mi bacchetta perché quando la maestra da le filastrocche da imparare io lo aiuto sempre gli ultimi due giorni utili, ma insomma, ce la stiamo cavando alla grande.
Ho allargato la famiglia accogliendo un cucciolo di Pastore Tedesco che si è portato in giardino le mie Jimmy Choo e nonostante questo lo amo da morire.
Come fai a fare tutto? No ai super poteri! Ho tirato troppo la corda e ho capito di dover mollare un pò la presa
E poi ho studiato tanto.
Sono riuscita a dare 5 esami universitari, mi sono iscritta ad un sacco di corsi serali e l’ho fatto solo ed esclusivamente per il gusto di apprendere cose nuove. Mi sono iscritta anche ad una scuola per diventare Life Coach e di questo non vi avevo ancora parlato, ma tra qualche mese potrò mettere a vostra disposizione nuove competenze.
Si, tutto bello ma … come hai fatto a fare tutto? Beh ecco, diciamo che il mio corpo non mi ha molto supportata, o forse dovrei dire praticando un pò di sana SELF COMPASSION che ha fatto del suo meglio.
Raggiungere un obiettivo non può essere una corsa ma un cammino.
Ho iniziato a fare tutto questo per amore, si, perché per scrivere e creare contenuti serve amore per ciò che si fa e per chi ci legge, salvo poi bloccarmi o demoralizzarmi se i risultati non arrivavano come volevo io. La mia identità ha spesso vacillato, mi sono persa spesso per strada cercando strategie e risultati. Ho risposto e dato il mio tempo gratuitamente a persone che mi hanno scritto a ogni ora del giorno e della notte, salvo poi non aver ricevuto nemmeno un grazie o un like ai miei post.
Perché il mondo è così, è fatto di chi da e di chi prende, e come dico alle ragazze che si sono abbonate al mio percorso OGGI MI RACCONTO, “chi è abituato a prendere da noi non smetterà mai di prendere e pretendere, e mentre noi colmiamo i vuoti altrui … rischiamo di svuotarci come effetto collaterale”.
E no, non è colpa dell’altro, o degli altri, ma di chi come me fa un pò fatica a darsi valore. Che non significa tirarsela, significa onorare il proprio potenziale, le proprie doti, il proprio tempo. Il tempo di tutti, e dico, tutti noi, è davvero troppo prezioso.
Quando la crisi d’identità è un faccia a faccia con il valore … e con la fretta!
Darsi valore: la mia sfida. Non ho problemi nel dirvi che per troppo tempo ho atteso che il riconoscimento arrivasse dall’esterno, alimentando solo dipendenze, aspettative e illusioni. Che cos’è la crescita personale? Questa ragazze, questa.
Investire su di noi non solo attraverso la meditazione da ascoltare su Spotify, non solo leggendo libri, ma mettendosi in gioco, rischiando di stravolgere le nostre regole. Non si va in terapia per parlare di quanto cattiva è la gente, si va in terapia per far si che la gente non sia più un problema per noi, e per farlo dobbiamo riconoscere le nostre luci e le nostre ombre. Come vedo io la terapia? Come una stanza accogliente in cui ti fai amabilmente distruggere. Il dialogo con il proprio terapeuta non può diventare solo un lamento volto a convincerti che il mondo è cattivo e che noi siamo buoni.
Mettersi in gioco con amore

“O sei responsabile o sei dipendente” dice il mio insegnate di Coaching. Bisogna trovare l’equilibrio in tutto questo. Queste ultime due settimane sono state per me decisive, e oserei dire … rivoluzionarie. Apparentemente non è cambiato nulla, dentro di me invece è cambiato tutto. Ho capito che se perdi l’amore per ciò che fai, con la lista degli obiettivi puoi pulirci … i vetri. Che se ti fai prendere dalla voglia di avere a tutti i costi il risultato, quel risultato non arriverà mai. Un conto è ragionare nell’ottica dell’abbondanza, un conto è alimentare la mancanza. Credetemi, è sottile la differenza.
Qualsiasi, e dico, qualsiasi frutto richiede tempo, cura, stagionalità, condizioni favorevoli, talvolta protezione: ditemi un pò, e cos’è tutto questo se non amore? E con amore voglio dirvi di mettervi in dubbio solo se da quel dubbio potranno nascere meravigliose certezze. E quando sono altri a mettere in dubbio voi, usate quel fastidio e quel disappunto per guardarvi allo specchio: non c’è manipolazione peggiore di chi vi addossa la responsabilità del proprio insuccesso! Ripercorrete la vostra storia a ritroso, non per rimuginare ma per onorare il vostro cammino. Non abbiate paura se alcune domande resteranno senza risposta, nel silenzio dei vostri luoghi, arriveranno verità che vi ricorderanno chi siete. Da lì potrete ripartire.
Da lì sono ripartita.