Sola

LA PAURA DI VENIRE FERITA: NON VOGLIO SOFFRIRE

Autrice: Fanny Bellio
Articolo

Gennaio 17, 2022

Hai paura. Hai appena scoperto di essere stata tradita e il mondo è crollato: TU SEI CROLLATA.

Oppure hai realizzato di aver tradito e anche in questo caso, il mondo è crollato: TU SEI CROLLATA.

Dott.ssa Fanny, ancora a paragonare tradita e traditrice?

CERTO.

Nei precedenti articoli abbiamo imparato che ci schieriamo dalla parte delle emozioni!

Quindi voglio ancora farti riflettere sul fatto che tradita e traditrice sono due facce della stessa medaglia.

Le stesse emozioni.

Il copione è palesemente diverso per quanto riguarda i fatti, ma il medesimo per quanto riguarda il repertorio emotivo.

Quando subisco un tradimento il terreno sotto ai piedi trema, non capisco più nulla, l’angoscia mi assale e non riesco a non pensare ad altro.

Il dolore è fortissimo, un trauma che impatta nelle nostre vite segnando un PRIMA e un DOPO. 

Nel momento del PRIMA io mi fidavo, vivevo la mia vita più o meno tranquillamente.

Due possibili scenari prima di un tradimento

Primo scenario:  immagina di essere tranquillamente seduta nella tua veranda di casa, con la tua coperta, la tua tisana e il tuo libro preferito; il cielo all’orizzonte è terso, limpido e azzurro. Tu stai bene.

Improvvisamente arriva una tromba d’aria e la tua casa viene distrutta e quasi rasa al suolo.

Tu eri al sicuro, nulla ti faceva pensare che potevi essere in pericolo. Eri nella tua zona di confort, nel tuo posto al sicuro. Nel posto dove respiravi amore.

Poi nulla più. Solo macerie, sporcizia e cose da mettere a posto.

Le previsioni non avevano annunciato questo disastro.

Era imprevedibile.

Il tradimento a volte arriva inaspettatamente e non possiamo fare nulla per prevederlo o prevenirlo.

Non è mai una questione di colpa. MAI.

Arriva irruento e impatta nella tua vita, eppure il cielo era terso, poi solo sporcizia.

Spesso ci si sente proprio così dopo un tradimento: sporche, distrutte, rovinate.

Secondo scenario: sei sempre tu, nella tua veranda con il tuo libro, la tua tisana e la coperta, però un po’ lo sai che le cose precipiteranno; il cielo non è limpido, forse da qualche parte hai anche sentito che le previsioni parlavano di brutti eventi atmosferici.

Per tanti, vari ed eventuali motivi tu sei rimasta lì, forse non credevi alle previsioni, forse speri sempre nel cambiamento, forse non hai dato peso, forse stavi male e non riuscivi a rientrare a a proteggerti, forse eri impanicata e non sapevi che fare.

La tempesta arriva, l’uragano ti travolge e tu cadi a terra, tra le macerie.

Viva, anzi sopravissuta ma tra macerie e sporcizia.

Anche qui non è una questione di COLPA, te lo dico io: hai fatto tutto ciò che potevi nel tempo in cui è successo e con le possibilità che avevi.

Smettiamola di darci la colpa dei tradimenti che subiamo, è più funzionale e sano parlare di “impossibilità di prevedere e controllare l’agire umano”.

Non possiamo controllare ciò che gli altri fanno, non lo possiamo fare quando tutto va bene, a maggior ragione non lo possiamo fare quando le cose vanno male.

Cosa fare quando sofferenza e paura invadono la nostra vita

Possiamo lavorare su noi stesse, ripartire da noi; non tanto per creare delle mura difensive, perché il dolore arriverà ancora e si, ci farà ancora male.

Lavorando su noi stesse possiamo imparare a gestire questi tipi di dolori che purtroppo a volte ci travolgono, proprio per non farci rovesciare e soverchiare da uno tsunami di emozioni distruttive.

È il grande rischio del proseguo del tradimento, sia da una parte (tradita), sia dall’altra (traditrice): creare delle mura difensive che crediamo ingenuamente ci aiutino a non provare più quel dolore.

Ed è così che cominciamo a sviluppare la paura di venire feriti, il terrore di un altro tradimento.

Succede anche alla traditrice, che avendolo fatto ha comunque poi magari paura di subire ciò che ha visto aver subito il proprio partner*.

La paura di venire feriti fa si che per proteggerci noi mettiamo un freno alle emozioni delle nostre relazioni, fa si che ci sia un precipitare della fiducia ed un eterno sospettare dell’altro.

Ti ritrovi in queste parole?

Hai voglia di tornare su quella veranda a gustarti il tramonto?

Lo possiamo fare insieme: lavorare su te stessa per imparare a gestire questi momenti e ritrovare nuova fiducia in te stessa!

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