Strega

LA VENDITA NEL WEB DI RITUALI E INCANTESIMI: MANEGGIARE CON CURA

Autrice: Ilaria Maisie Dee
Articolo

Settembre 22, 2022

Rituali e Incantesimi nel web: ma in che senso?

Abbiamo già toccato questo tema in via del tutto generale, possiamo rinfrescarci la memoria proprio qui, ma oggi approfondiremo la questione.

Questo articolo nasce da una necessità. Un voler tentare di fare chiarezza su uno dei pilastri su cui si fonda tutta la magia e la ritualistica all’interno della pratica della Stregoneria, e non solo.
La nascente corrente ombrello New Age, così come il Neopaganesimo, ma anche tutte quelle culture a cui riusciamo ad attingere per rendere migliore il nostro vissuto, i filoni orientali approdati in occidente e i tentativi di portare la magia nella nostra vita quotidiana, ha trasformato la ritualistica in azioni spesso banali, decontestualizzate e utilizzate per far fronte a coloro che faticano ad accettare che non tutto può essere preso, richiesto, divulgato, venduto e strumentalizzato solo perché lo vogliamo.

La differenza tra Rituali e Incantesimi

Non sto dicendo che questo avviene nel contesto magico, esoterico e misterico: mi riferisco nello specifico alla divulgazione, alla richiesta con relativa vendita di Rituali e Incantesimi.

Non potrei però andare avanti senza spiegare la differenza essenziale che vi è tra i due, essendo le due cose molto diverse tra loro e non di certo sinonimi.

Il RITUALE ha un carattere solenne, tradizionale e spesso religioso, caratterizzato da una specifica prassi gestuale e di formule adatte all’occasione. È quindi un’azione celebrativa che diventa tale e acquisisce significato quando è ripetuta nel tempo. Il rituale richiede specifiche conoscenze codificate da regole che troviamo all’interno della cultura, tradizione, religione e da cui attinge; esse riguardano iniziazioni, celebrazioni, consacrazioni, evocazioni e invocazioni che sono messe in campo in funzione al caso che si vuole seguire.

Un INCANTESIMO a livello etimologico deriva dal latino “incantare” col significato di “cantare formule”, essere in grado con la voce e la gestualità, di incanalare o richiamare determinate energie. È legato quindi piú ad un qualcosa di pratico e magico/stregonesco. L’incantesimo è un azione volta a modificare un evento, a richiamare e connettere una o più forze, a modulare un azione, a propiziare, proteggere, allontanare, bandire, custodire, per noi o per conto di altri, attraverso un sentimento ed una padronanza che si acquisisce nel tempo.

Niente si chiede senza dare nulla in cambio

 


All’interno di un incantesimo inoltre, ritroviamo formule specifiche della tradizione, corrispondenze altrettanto specifiche come giorno, ora, lunazione, considerazioni, ma soprattutto la consapevolezza che niente si chiede senza dare nulla in cambio, il tutto all’interno di un modo di vivere, vedere, comprendere e onorare, che accompagna il praticante nell’arco della sua vita.

Per questo mettere in pratica un “rituale” o “incantesimo” a se stante, senza nulla di tutto ciò che abbiamo sopracitato, non ha molto senso di esistere. Così come non si dovrebbe mettere in mano uno strumento così potente a chi non ha idea di come maneggiarlo, di cosa prendere o dare in cambio, o all’interno di quale contesto metterlo in pratica.

Troppo spesso nel panorama pagano non si dà la dovuta importanza a questi veri e propri pilastri su cui si fondano tutte le pratiche magiche, stregoniche, misteriche. Ci si dimentica che, a sorreggerli da secoli, vi sono quella segretezza e quel valore sacro che assume il silenzio, anche in ambito religioso.

I social e il patto di segretezza infranto: Rituali e Incantesimi alla portata di tutti

Nell’ambiente dei social sembra essersi persa la consuetudine che caratterizzava gli Antichi di non dire a nessuno ciò che realmente si faceva, modo di vivere dettato forse dalla paura o da una profonda intimità, di gelosia, che legava il praticante alla propria pratica e il fedele alla propria esperienza mistica.
Con i social questo “patto” di segretezza, questa contemplazione interiore di se stessi come praticanti e della propria Sacra Arte sta svanendo, lasciando spazio a performance magiche.

Si tende ad avere l’irrefrenabile impulso di dover condivide con altri la propria esperienza personale, tipico di un neofita che non ha ancora piena conoscenza e consapevolezza di sé, di un praticante indisciplinato che per vanto o per insicurezza ha bisogno di sentirsi gratificato dagli altri. Questo può essere normale e accettato all’inizio del proprio percorso, non quando si esibisce la propria pratica su un social.
Non solo questa mercificazione del sacro rivela una totale mancanza di rispetto per la pratica e per gli antenati che fino a quel momento hanno fatto di tutto pur di custodirla nella sua purezza, ma è dannoso soprattutto per i neofiti. Se visiterai la mia PAGINA PROFESSIONALE, capirai che il mio modo di gestire la stregoneria su questa piattaforma è puramente a titolo divulgativo e di formazione. I servizi che offro vogliono portare le persone ad avere più conoscenza delle arti magiche attraverso un percorso di studio della storia della stregoneria, e di se stessi attraverso la lettura dei tarocchi o del tema natale.

L’importanza di un corretta e rispettosa divulgazione

I social ci danno la possibilità di arrivare ai più, di fare corretta informazione su pratiche per secoli demonizzate, di poter trasmettere anche a chi non ne è a conoscenza la sacralità delle nostre radici e invece in molti usano questo mezzo solo per esibire se stessi e la propria pratica.

Questo sentirsi legittimati a mostrare la propria esperienza e ad usarla come verità universalmente valida, crea una reazione a catena.

Ecco che il pensiero o l’esperienza di un singolo, spesso errata o valida solo per quel praticante, diventa una delle tante pseudo”verità” che non fanno altro che confondere il neofita che si ritrova, ovviamente, senza reali basi di studio oggettivo, in balia di un malato empirismo. Egli non riesce più a distinguere le corrette informazioni da quelle basate solo su una ipotetica esperienza personale.

Esibizionismo da tastiera

 

Questo esibizionismo che rende l’Arte semplice performance, finisce anche col creare una “paura” nei confronti dell’errore, credendo la magia, stregoneria o altre discipline misteriche, su modello di ciò che traspare dai social, un percorso “romantico”,”estetico”, perfetto o al contrario pericoloso, diabolico, emotivamente instabile. Si ha quasi il timore di incamminarsi lungo una strada, la propria, e scoprirla diversa da quella esposta sui social.

Si ha timore di essere “la strega imbranata” in una realtà di “potenti streghe”. Col rendere questi percorsi troppo social, troppo comunitari, si rischia di privarsi della solitudine del viaggio, del lavoro individuale, della propria esperienza, del proprio legame col Divino o con gli Spiriti. Si rischia inoltre anche di decontestualizzare informazioni, concetti, termini che sui social viaggiano troppo velocemente di pagina in pagina, praticante in praticante, senza avere il giusto tempo per soffermarsi su ognuno di loro e riportarli nel proprio contesto. Questo accade in particolar modo con richieste di incantesimi o rituali, spesso anche confusi tra di loro.

Ad ogni culto i suoi rituali e incantesimi

Così come il termine stregoneria viene usato e abusato, spesso in modo improprio, anche ciò che ne deriva o che ne fanno derivare come incantesimi, rituali, offerte, vengono considerati un “unicum culturale”, un qualcosa valido per tutti i culti e culture senza considerare nemmeno che, seppur il concetto di base sia quello, venga elaborato in modo differente e contaminato dal folklore, cultura, storia.

Prendendo in esame il concetto di incantesimo e di rituale soprattutto, alla luce di questo tipo di ragionamento, risulta chiaro come le richieste di “rituale/incantesimo per la Luna piena” e simili creino enormi disagi per la natura errata della stessa domanda.
Ogni culto e cultura è caratterizzata da propri rituali, propri modi di celebrare un cambiamento, un nuovo inizio, la morte, un evento naturale o religioso come nel caso della Luna piena sopracitata.
Nessun serio praticamente potrà darvi un reale rituale di “Luna Piena” senza tenere conto che la visione della stessa Luna cambia di popolo in popolo, e che il rituale è dipendente dal sistema religioso o spirituale di quest’ultimo.

In modo abbastanza simile si trova anche difficoltà nel consigliare o condividere un incantesimo, questo in primis per la natura personale della pratica magica e successivamente per la stessa portata energetica che non tutti possono sopportare.

Gli incantesimi non sono caramelle

 

 

Consigliare un incantesimo a qualcuno senza conoscere il suo potenziale, i suoi limiti, il suo percorso, è come dargli una pistola sperando che la sappia usare. Gli incantesimi non sono caramelle da condividere con gli amici, anche quello che può sembrare il piú innocuo può rivelarsi l’opposto. Richiedere altresì un incantesimo senza considerare questo enorme contesto di conoscenze e consapevolezze, può rivelarsi inutile solo nella migliore delle ipotesi.

Sarebbe più opportuno crearsi da se gli incantesimi dopo anni di studio, sulla base di quelle che sono le proprie energie, il proprio percorso, le proprie esperienze e il proprio limite.

È in queste dovute considerazione che la Stregoneria e la Magia divengono uno strumento valido e potente, volto a risolvere, aiutare, riequilibrare, all’interno di una capacità che tiene in conto i fattori di rischio e le manovre d’intervento per ridurli, la consapevolezza di farsi “canale”, di dare per ricevere, di ricevere solo dando in cambio, ma soprattutto nella convinzione che tutto questo le appartiene davvero.


Questo testo è stato scritto a quattro mani da

D’Alessandro Ilaria (Ilaria Maisie Dee)
Karis (Karis la Stirpe Pagana)

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