Rimpiangere la vita prima dei figli fa parte della nostra tanto cara AMBIVALENZA: ne abbiamo parlato spesso nei precedenti articoli.
Si tratta di emozioni e pensieri contrastanti nei confronti dei nostri figli, ma anche della nostra stessa condizione di mamma, che si alternano tra loro.
Stati d’animo che sembrano contraddirsi, e fa meravigliare il fatto di poter provare emozioni così diverse! Abbiamo compreso quanto sia fondamentale esserne consapevoli, accettarli come parte integrante dell’essere mamma.
Oggi aggiungeremo un altro piccolo tassello che può comporre la vastissima gamma dei pensieri materni, e che possiamo dire faccia parte di quelli che generano i famigerati sensi di colpa: desiderare di tornare ad essere quelle che eravamo prima dei figli, ma anche pensare con nostalgia a quel periodo passato.
La vergogna di rimpiangere la vita prima dei figli
Quante volte ho ascoltato dichiarazioni di mamme che con un fil di voce, a fatica, vergognandosi, hanno ammesso di pensare con nostalgia al tempo prima di essere madri! Con gli occhi lucidi ricordando quando si era spensierate, libere, senza responsabilità, senza orari, quando si doveva badare solo a se stesse. Quando si diventa madri si ha in tutto e per tutto la responsabilità di un’altra o più vite che dipendono completamente da noi.
È un qualcosa che non si esaurirà nel tempo, ma si sarà mamme per sempre. Per alcune questo legame eterno, per quanto sia unico, irrinunciabile, prezioso, è vissuto anche come qualcosa che un po’ soffoca, appesantisce, e soprattutto spaventa.
Ci sono mamme che, immerse nel tunnel dei primi mesi o primi anni, desiderano già che i loro figli siano grandi proprio per riuscire nuovamente a vivere, a respirare. Altre che si rendono conto che crescendo poi iniziano in realtà un’altra serie di problematiche legate a una creatura che è più autosufficiente per quanto riguarda i bisogni fisiologici, ma con cui ti devi confrontare per questioni caratteriali, per una piccola grande personalità che sta emergendo. C’è chi si sente più a suo agio con un neonato, c’è chi avverte più sintonia con un individuo in grado di relazionarsi di più.
È assolutamente soggettivo, personale, non c’è nulla di male nell’essere più compatibili con una fase di sviluppo dei nostri figli rispetto ad un’altra.
La madre ideale e idealizzata

Per alcune la maternità è vissuta come qualcosa di estremamente totalizzante, questo pensiero però non toglie nulla all’amore per i figli, è qualcosa di legato alla propria condizione di madri che non le abbandonerà mai.
Il lavoro di cura materno in effetti non è qualcosa da cui si può prender pausa. È uno status sempre presente.
Chi diventa mamma lo è per sempre. E ad alcune donne questo può pesare particolarmente.
Parallelamente o meno a questo senso di grande responsabilità, possono nascere pensieri come quello di ripensare all’esser donne prima dell’avere figli. Allora ci si lascia trasportare dall’immaginazione, dai ricordi, si pensa a come sarebbe stato se …
Certi pensieri faticano anche solo a palesarsi, perché ci si sente condannate, e le prime a condannarci siamo proprio noi. Come ben sappiamo siamo immerse in un contesto e in una società in cui la mamma, nell’immaginario comune, deve essere sempre e comunque felice, appagata, sorridente, devota, fiera e sempre contenta della sua condizione.
La mamma ideale non può permettersi di lamentarsi, di dire che è stanca, provata, di urlare al mondo che molti momenti con i figli sono difficili. E quindi anche solo fare certi pensieri ti fa sentire sbagliata, inopportuna.
Concediti di ripensare alla vita prima dei figli

Ribelliamoci a questo! Concederci di dire quanto a volte sia così dura, quanto a volte i figli ti mettano alla prova, non è sbagliato. Come non è sbagliato ammettere come la maternità ci abbia portato a dimenticarci di parti di noi stesse, a sacrificare molti lati del nostro carattere, a smarrire passioni, desideri e opportunità perché completamente dedite ai figli. Ammettere questo fa bene. È sano rifugiarsi a sognare come si era prima di avere i bambini.
Non è qualcosa che toglie amore ai nostri figli. Mi sento di dire che quasi nessuna, pur ripensando con gli occhi a cuore a quando si era libere e spensierate, tornerebbe indietro o comunque rinuncerebbe ai propri figli.
Questo posizionamento emotivo che ci porta a ripensare alla nostra condizione precedente è qualcosa che prescinde dall’amore per i nostri figli. Non li si ama di meno perché si fanno questi pensieri, NO! Queste sono isole per la nostra mente a cui si può accorrere per alleggerirsi soprattutto quando siamo più in difficoltà e vorremmo solo scappare, e abbiamo la grande fortuna di poterlo fare con la testa, con le emozioni.
Il rimpianto nell’immaginario comune
Il rimpianto nell’immaginario comune si fa fatica ad associarlo alla maternità, è visto come qualcosa da respingere, ma cerchiamo di vederlo come uno stato d’animo che, come detto in precedenza, non compromette i comportamenti di cura o di amore verso i nostri figli.
Esso rientra tra i vari scenari che compongono la complessità e l’ambivalenza materna. Quando si ripensa al prima si rimugina magari su una libertà che si dava per scontata, che non si riconosceva nella sua grande preziosità a cui nella condizione attuale invece si darebbe un grande valore.
C’è chi invidia chi ancora questa libertà la può assaporare a pieno, anche se non rinuncerebbe mai alla vita di adesso. C’è chi non riesce nemmeno più a immaginarsi un “prima” senza figli, non si ricorda più com’era e come andavano le cose prima del loro arrivo. Legittimare i tanti pensieri delle mamme è una parte molto importante del mio lavoro, io mi occupo proprio di questo, io sostengo le mamme e qui puoi trovare la mia pagina professionale: DOTT.SSA Martina Melis
Anche i pensieri più faticosi da ammettere e da accettare vanno portati alla luce: ci si lavora insieme, se ne prende consapevolezza, si arriva ad accettarli pian piano come parti di sé. Riacquistare pezzi perduti, riprendere in mano le cose che amiamo fare, ricoltivare passioni, hobby, un po’ alla volta e secondo i propri tempi, tenendo sicuramente conto di nuove necessità e priorità. Ricordiamoci che nel momento in cui diventiamo madri, possiamo concederci la possibilità di essere anche altro. Un cosa non esclude l’altra.
Parola d’ordine: ritrovati, mamma!
Non è per niente facile, lo so.
Ma parte del mio cammino insieme alle mamme, consiste anche in un concreto aiuto volto a ritrovarsi, ascoltarsi, ricordarsi chi si era e rimettere insieme i pezzi.
Prendersi cura di sé nelle piccole cose.
Attingere dai ricordi passati quello che di positivo si può prendere, nutrirsi di tutta la linfa vitale e dell’entusiasmo da poter riadattare alla nuova condizione.
Viviamo in un mondo in cui ancora sembra che essere mamme e adoperarsi bene in questo ruolo implichi un annullarsi in altro, in cui sembra che per una donna la maternità sia incompatibile con ad esempio una posizione lavorativa o una realizzazione in altro di diverso dall’essere mamma.
Ma battiamoci perché non sia così.
Potersi permettere certe libertà è sicuramente legato a una condizione privilegiata, sappiamo bene come funziona la nostra situazione lavorativa ad esempio, come spesso i padri rientrino nell’immediato e siano i meno “toccati” dalla nascita di un figlio, mentre la vita della mamma risulti la più stravolta.
Ma poco a poco, partendo dalle piccole cose, anche la mamma ha il pieno diritto di riprendere in mano la sua vita, di coltivare le molte sfaccettature che compongono la sua persona, di ricordare sì con nostalgia anche come era prima quando tutto pareva più semplice e leggero, imparando però a guardarsi anche con ammirazione e stima per tutto quello che quotidianamente costruisce, dandosi il valore che merita.
50 sfumature di …. maternità!

È fondamentale per me passare il messaggio che ci sono molte sfumature nell’essere mamma e che è necessario uscire dalla visione per cui sia tutto o bianco o nero. Questa visione, infatti, non fa altro che imprigionare, soffocare e limitare, perché la maternità invece è composta da tanti colori, e nessuno è migliore dell’altro!
Colori che si alternano, che si trasformano, che cambiano e che non smettono mai di stupirci.
Se a mancarti in questo momento della tua vita è il sostegno sul fronte materno, sai che io posso supportarti. Ho attivato anche un nuovo servizio che si chiama proprio TI SOSTENGO, e si rivolge a te, genitore o futuro genitore, che stai affrontando un momento di crisi in qualche area della tua vita.
Ti sembra di aver perso la bussola e hai bisogno di ritrovarti?
Senti necessità di avere un aiuto per te stesso e per stare meglio con gli altri membri della tua famiglia?
Io ti sosterrò incrementando le tue risorse personali e i tuoi punti di forza.
Ti aspetto,
Martina