La non-scienza dell’adolescenza
L’hai partorito, l’hai cresciuto. Hai accudito quel fagottino, e ne eri così teneramente innamorata!
In realtà poi nel tempo ti hanno spiegato che il disgusto che provavi per la sua cacca, i suoi rigurgiti e tutto ciò che di organico produceva, poteva anche effettivamente non piacerti. E poi ti hanno spiegato che potevi dire di essere “stanca stanca”, tanto stanca, perché inglobata a quel tenero fagottino che non ti faceva dormire, che non VI faceva dormire.
Nel tempo ti hanno spiegato che non dovevi essere un perfetto genitore, ma un genitore “sufficientemente bravo”, e soprattutto ti hanno insegnato che dovevi preservare la tua salute mentale.
Con l’andare degli anni ne avete passate tante insieme tu e quell’adorabile fagottino: avete imparato a camminare, parlare, giocare, leggere…e poi le tabelline, il nuoto, la danza, il tennis.
Quante vacanze che si ripetono a suon di: “Siamo arrivati? Siamo arrivati?”, oppure: “I compiti nooooooooooooo!!!!!!”.
Poi.
Poi qualcosa cambia.
Il suo corpo, la sua voce. Si dimentica dei ricordi, puzza, e ti risponde male.
Eh già, cari genitori, siete arrivati. Stop. Capolinea.
La settimana tipo di un genitore alle prese con l’adolescenza
Tutto ciò che potete aver imparato in questi anni viene prepotentemente rovesciato, capovolto, trafitto e macerato.
Solo un mese prima con le tue amiche dicevi: “Ah no! Con me ancora si confida, ho lavorato bene come genitore! Eh si!”
Poi…tutto cambia, e non solo non si confida più, ma scopri di avere in casa un perfetto sconosciuto.
All’improvviso non si riesce più a parlare, cioè proprio perde l’uso della parola: mugugni e monosillabi.
Ad un certo punto poi, girando per casa affannata a far cose, una voce dall’oltretomba si fa strada e farfuglia: “Ohi mi porti in centro! Oh dai son tutti là, non mi far storie, dai oh ohhhh”.
E quello è il maggior dialogo che tu possa sperare di avere. Questo di lunedì, mentre di martedì, che sei già pronta con lo scudo e la molletta sul naso, la gentil prole compare chiedendoti coccole e regali e affettuosità e: “Ascoltami dai, nessuno mi capisce, lo vedi che non hai mai tempo per me? Dai ohhhhhh”.
Il mercoledì silenzio stampa che nemmeno le maggiori spie russie ed americane durante la guerra fredda.
Il giovedì pulisce la camera e ti prepara il pranzo.
Il venerdì programma l’aperitivo, ma tu scopri il quattro in storia, e di colpo cos’è Hiroshima a confronto?
Sabato e Domenica guerriglia urbana prepotente tra: “Voglio fare quello che voglio, non me lo puoi impedire perché chiamo l’assistente sociale” e “Non voglio stare con voi mi fate schifo, mandatemi in collegio, voglio un’altra famiglia, chiamo l’assistente sociale”.
Gli adolescenti di oggi

Se un po’ ti rispecchi in quello che hai appena letto, probabilmente ti sei anche fatta una risata, una risata che però ha del gran amaro come come retrogusto. L’ho descritta in modo un pò ironico, pungente e dissacrante, ma la questione adolescenza oggi purtroppo merita anche della serietà e alcune importanti riflessioni. Non è mia intenzione entrare nei meandri delle discussioni Covid e conseguenze, ma non posso non citarlo, in quanto agli adolescenti di oggi credo abbia tolto molto e aggiunto poco.
Il mondo dell’adolescenza non era unicorni e glitter nemmeno ieri, ma oggi è decisamente malconcio. L’aumento della psicopatologia non è un opinione ma un dato di realtà: i ragazzi stanno male, e oltre ai sintomi e alle declinazioni dei vari disagi psichici, si trovano ad affrontare il mondo con molte meno competenze rispetto alle generazioni passate. Tra attacchi di panico, dipendenze, autolesionismo e disturbi dell’umore, fanno anche la corsa ad ostacoli tra brutti voti, dispersione scolastica e isolamento.
Come comunicare con un adolescente?

Tra il sacro e profano, voglio addentrarmi in un argomento che so coinvolgere molte di voi, o in prima linea o come spettatrici, magari da zie, da nonne o amiche: come si fa a comunicare con un adolescente? Come ci si relaziona con un adolescente?
Un articolo è sicuramente riduttivo, ma qualche riflessione e qualche piccolo suggerimento provo a dartelo, visto che con gli adolescenti e i genitori ci passo moltissimo tempo in studio o online (poco importa la modalità, importante è accogliere la richiesta di aiuto). A te genitore posso dire che no, non sei pessimo se non capisci più tuo figlio!
Sei “normale”, sei “adeguato”, devi solo metterti in una nuova posizione tra l’osservare e il capire, proprio come quando era neonato e piangeva e tu non sapevi cosa fare e facevi mille ipotesi (sarà fame, avrà caldo, avrà fame, si annoia, vuole stare in braccio, starà male?). Devi riscoprire un figlio che davvero è cambiato, in tanti aspetti, fisici, emotivi e neuropsicologici, e quindi la sensazione di avere un estraneo davanti in realtà è molto giusta.
Cosa c’è dietro il tipico atteggiamento che vede l’adolescenza come una delle fasi più complesse per genitori e figli
Devi anche capire che spesso, nel momento in cui ti offende in tutti i modi possibili, immaginabili e anche in quelli che mai avresti pensato, non lo fa per colpire te…o meglio si: ti vuole colpire e sa anche bene dove mirare, ma tutto questo nasce da un bisogno complicatissimo.
Ti ricordi quando da piccolo ti diceva NO su tutto e faceva esattamente il contrario di quello che gli dicevi? Ecco, sta accadendo nuovamente: da piccolo aveva scoperto di essere una personcina indipendente dal tuo corpo e anche con dei gusti propri; ora ciclicamente si ripete.
Tuo figlio sta sviluppando una propria, individuale e, inizialmente alquanto bizzarra, indipendenza. Ma per staccarsi da te e “crearsi la sua personalità” non può limitarsi a dirti no come quando era “piccolo”. Quindi fa esplodere la sua casa, con te dentro, perché tu sei dentro di lui (parlo di esplosione in senso metaforico, altrimenti i problemi sarebbero di altro tipo!). È importante capire in questa fase che opporsi con rigidità alle sue bizzarrie e vietarle, probabilmente non ti porterà alla pace. Cercare di capirle con lui e condividerle, per quanto possibile, ti permette di non arrivare invece alla guerra fredda. Allora ascolti un po’ della sua musica, guardi i siti di shopping che ama, gli chiedi di spiegarti il videogioco preferito e via dicendo.
E le regole? Supporto pratico al genitore alle prese con l’adolescenza

Arriviamo alle regole: non lasciarle andare! Tienile, modificale, alcune le potete anche negoziare insieme, ma non lasciarlo mai con la sua libertà in mano, e non cercare nemmeno di chiuderlo nella torre di Rapunzel.
Le regole, proprio come quando era piccolo, gli permettono di controllare l’angoscia, di non disintegrarsi in un mondo che anche lui sta scoprendo. Non sminuire mai emozioni, pensieri e mode. Non sminuire mai sofferenze, delusioni e prese in giro, anche se “parla in corsivo”. Lasciagli i momenti di superficialità e apparenza: dietro a quel ciuffo di capelli o alla scelta di quell’outfit, c’è una struttura di personalità che tra paure e insicurezze si fa strada.
Aiutalo a capire le emozioni offrendogli uno specchio che gliele rifletta: “Mi sembri arrabbiato” , “Caspita questa cosa deve proprio averti ferito”, “Non deve esser stato bello trovarsi in quella situazione, come stai?”, e questi sono aolo alcuni esempi di come lo puoi aiutare a capirsi con le emozioni. Un adolescente si trova ad assolvere a dei compiti, come il bambino che deve rispettare le sue tappe di sviluppo, e ha bisogno di tempo e spazio per riconoscersi, inventarsi, staccarsi e legare con il mondo esterno. Deve relazionarsi con i pari affrontando frustrazioni e delusioni: è una nascita sociale la sua, che lo vede separarsi e crearsi una propria personalità.
Inoltre, ha pure il compito di dover trovare uno sguardo benevolo per quel corpo che si sta sviluppando o che all’improvviso è cambiato. Diventa sempre più autonomo. Sviluppa ideali, passioni, interessi.
Quanta fatica! Come se improvvisamente tu ti trovassi di fronte ad un estraneo, ma lui…lui, il nostro adolescente, oltre a guardarsi e non riconoscersi, deve muoversi in un mondo con nuovi linguaggi e percorsi. Un labirinto, anzi, la casa degli specchi del più grande luna-park!
Se anche tu sei un genitore alle prese con l’adolescenza …
Se hai bisogno di un supporto, o se vedi che tuo figlio ne ha bisogno, non esitare a chiedere aiuto. Mai come in questo momento i disagi dei nostri figli sono da non sottovalutare, mai come in questo momento il ruolo di genitori è complesso e ardito.
Amo occuparmi degli adolescenti, e amerò prendermi cura anche di te genitore, magari dandoti il giusto supporto, cambiando la tua prospettiva, accogliendo le tue insicurezze di genitore.
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