Il termine “Daimon” oggi tradotto comunemente con il termine “Demone”, non va confuso con l’idea di essere demoniaco che si ha dall’avvento del cristianesimo. Il Demone è una entità che ha natura intermedia tra gli Dei e gli Uomini. Egli contribuisce a superare la divisione tra loro, facendoli comunicare.
Nella tradizione greca il significato di Daimon diviene l’indole dell’uomo, un modello da seguire per poter realizzare la propria moira, ossia la parte di destino assegnata all’uomo, e poter così veder realizzato il legame con la propria natura. Eraclito di Efeso, infatti, diceva: “L’indole è per l’uomo il suo Daimon.” Apuleio pubblicò in De deo Socratis un’interessante teoria sul Daimon, affermando che gli Dei della religione ufficiale sono troppo lontani dagli uomini per occuparsi veramente di loro, lasciando l’uomo solo di fronte all’ignoto e davanti alla paura dell’oscurità, luogo dove risiedono i misteri.
Il demone: un antico messaggero

Ecco che intervengono i Daimones, presentandosi come i modelli archetipici di quelli che più tardi saranno gli angeli nel Cristianesimo: messaggeri, portatori delle preghiere degli uomini, intermediari e ambasciatori tra il cielo e la terra. Già nell’ antichità quindi, ogni individuo aveva il suo proprio Daimon, termine che Apuleio traduce opportunamente con la parola latina “Genius”.
Il “Genius” lo ritroviamo nell’antica cultura romana attraverso il Culto dei Geni, appunto corrispondenti al concetto di Daimon greco. Si tratta di creature intermediarie fra gli Dei e gli uomini, spiriti o, più correttamente, “nume tutelare”, considerati come custodi benevoli delle sorti delle famiglie e dei singoli individui. Si pensava che era proprio il Genius a rendere genialis, e che se una persona riusciva a coltivarlo sia durante la sua vita che dopo la morte, esso si evolveva in una forma più nobile chiamata “Lare”, divinità domestica, benefica e protettrice. Un Genio familiare, un demone familiare o semplicemente familiare, è in molte credenze dell’Europa occidentale, un’entità, animale o spirito, a volte immaginario e invisibile. Gli uomini si rivolgono al Genio per chiedere consiglio o ottenere servizi, specialmente e non a caso, legati alla stregoneria.
Di cosa si nutre il nostro Demone?
I Demoni possono assumere anche valenza maligna, accezione che, nel lavoro di destrutturazione della separazione tra bene e male, la strega riesce a comprendere. Senza la creazione di legame tra lei e il suo Daimon, nessuna comunicazione divina può avvenire. Il Daimon, come gli Dei, le idee, va nutrito affinché il maestro interiore riesca ad ascoltare la tua voce e tu la sua.
Il Daimon si nutre con noi, delle nostre emozioni, la nostra capacità d’ascolto e d’osservazione, della nostra ricchezza interiore, dei nostri pensieri, attraverso il cammino e la relazione che stringe con noi ed evolve con noi, attraverso il viaggio al di fuori dell’ego.
Elimina tutto ciò che può limitare il tuo Daimon e conquista le tue ombre!

Paure, insicurezze, azioni ripetitive, ma anche la mancanza di bellezza e la mancata poesia: ecco cosa limita il nostro Demone interiore. Incontralo attraverso una sana e consapevole alimentazione, attraverso azioni di bellezza e di stupore: apri le spalle, alza il mento, ristabilisci l’unione con la terra.
Nel rito recupera le tue capacità.
Nel rito, recupera il tuo Daimon. Se non sai da dove partire, o se vuoi saperne di più, fissa subito la tua consulenza con me! Sarò felicissima di accompagnarti in questo percorso di riscoperta, ti sarà sufficiente cliccare qui. Il nostro cammino insieme alla riscoperta dei nostri lati più ombrosi, è appena iniziato.