Che rabbia! E’ proprio il caso di dirlo! Si, perché questa emozione è universalmente classificata come “negativa”: arrabbiarsi spaventa, terrorizza, ferisce, e ti fa vergognare di chi sei e di cosa provi.
Di questa emozione si dice che “non è socialmente accettabile”, che è meglio nasconderla e mostrarla “a piccole dosi”, ma non si parla mai della sua natura adattiva.
In origine, infatti, la rabbia era l’unica difesa da un ambiente percepito come ostile e pericoloso. Ancora oggi questa risposta viene innescata quando abbiamo la sensazione di non essere al sicuro e di correre un pericolo, sia esso fisico o psicologico; è un segnale di allarme che troppo spesso ignoriamo e banalizziamo per paura di non saperlo gestire.
Prova a farci caso: prendi nota di cosa ti fa arrabbiare nell’arco della giornata e delle soluzioni che adotti per gestire ciò che senti.
Quando ti senti incompresa, tradita, ferita o ignorata, fai vedere di essere arrabbiata o “ci passi sopra”?
Se ti preoccupi di cosa potrebbe accadere dopo l’espressione della tua rabbia, molto probabilmente tenderai a nasconderla, perché essere giudicati dagli altri e sentirsi inadeguati, fa soffrire.
Esprime la rabbia o reprimerla, questo è il dilemma
Questo è uno dei dilemmi nel quale spesso ti ingabbi quando si tratta di emozioni. Un dubbio che diventa ancora più intenso e difficile da sciogliere quando la rabbia ne è la protagonista. Ti sei convinta che forse è meglio sacrificare una parte di te e di ciò che senti per non sconvolgere il tuo equilibrio, ma ti sei mai chiesta quale sia il prezzo di questa scelta, e quali i suoi effetti a lungo termine?
Certo, la consapevolezza che trattenere la rabbia sia dannoso per la tua salute non ti autorizzerà a scagliarti, da oggi in poi, contro ogni cosa o persona quando la provi, ma non puoi nemmeno pensare di proseguire verso l’auto-distruzione. Voglio dirti questo: trattenere la rabbia è distruttivo tanto quando esprimerla senza filtri. Se invece vivi la tua rabbia senza repressioni, molto probabilmente tenderai ad esplodere facilmente, ad innescare litigi e discussioni frequenti e a sentirti sola e incompresa in un vortice di critiche e giudizi. Credi sia meglio “buttare fuori” che tenersi tutto dentro, ma hai mai pensato a quanto ti costi questa strada e a quali possano essere i suoi effetti negativi?
Cosa succede quando ti arrabbi: scopriamo insieme la rabbia distruttiva
Quando ti arrabbi molto il tuo sistema immunitario si stressa e si innescano circoli viziosi difficili da trasformare. In questi casi, il rischio di essere spaventosa e spaventante è davvero molto alto, e una volta che la rabbia diventa un tuo modello d’azione diventa sempre più difficile rinunciarvi. Reprimere la rabbia o esprimerla senza misure sono due vie ugualmente tortuose, che ti allontaneranno sempre più da te stessa, precludendoti la possibilità di conoscerti a fondo e di vivere a pieno la tua vita emotiva. La rabbia che rivolgi verso te stessa, distruggendoti, o verso gli altri, distruggendoli, non è costruttiva. Magari è stata una difesa utile per sopravvivere in un momento difficile della tua vita, uno scudo che hai indossato per proteggerti, ma non puoi ricorrervi sempre.
Arrabbiarsi può essere edificante: trasforma la collera in una risorsa
La rabbia costruttiva è quell’emozione che può aiutarti a superare un ostacolo, a darti la spinta e il coraggio di cambiare, a difendere ciò in cui credi e a confrontarti con qualcuno che consideri importante. Non è giusto demonizzare la rabbia, ma per trasformarla in una risorsa devi conoscerla meglio, e per conoscerla meglio devi conoscere di più te stessa! Osho, maestro di meditazione considerato una delle menti più influenti del Ventesimo secolo, racconta un
nuovo modo di vivere la rabbia, non più come qualcosa da esprimere o reprimere, ma come un sentimento
da trascendere. Egli sostiene che se ti sforzi di non andare in collera, reprimerai la tua rabbia e prima o poi questa esploderà, se invece cerchi di trascenderla, dovrai necessariamente osservarla e comprenderla. Quello di Osho è un approccio nuovo alla rabbia che ti permetterà di sviluppare la capacità di rispondere
alle emozioni con consapevolezza, anziché limitarti a reagire o a lasciarti sopraffare.
Ricordati: tu non sei la tua rabbia!
Ripetilo ora: “Io non sono la mia rabbia”.
Essa si trova infatti al di fuori del tuo essere, e prende vita solo perché tu vi riversi dentro la tua energia. Quando senti che la rabbia sta crescendo dentro di te, prenditi qualche minuto per riconoscerla e ascoltarla. Prova a domandarti cosa l’abbia davvero accesa, perchè tu la stia attraversando proprio in quel momento. Potrebbe aiutarti pensare alle tue emozioni come a delle matrioske: dentro ad ogni emozione se ne nasconde un’altra, più piccola ma non meno importante.
Immergiti nelle tue arrabbiature e scopri cosa nascondono
Può essere che la tua rabbia, la matrioska più grande, nasconda in realtà altre emozioni. Quali potrebbero essere?
Cerca di visualizzare tutte le matrioske, arrivando fino all’ultima, quella più piccola. Può essere che immergendoti profondamente nella tua rabbia emergano emozioni come la tristezza, spesso nascosta dietro alla collera: vivi ciò che senti senza paura, e prova ad ascoltare e ad osservare ciò che succede.
Cerca di non lasciarti travolgere dalla rabbia; quando la provi, sentila dentro di te, ricercala nel tuo corpo ma lasciala fluire senza farla esplodere. Entra in uno stato di pressione corporea e arriva al massimo della tua resistenza (al punto di bollore). Noterai che dopo qualche minuto la rabbia diminuirà e con lei anche i sentimenti negativi e i giudizi che hai costruito lasceranno spazio ad uno stato interiore di maggiore equilibrio. Dedicati a questo ascolto tutti i giorni e ogni volta che ne senti la necessità. Concentrati sulla ricerca di nuovi modi per comprendere e trasformare ciò che senti.
Ricordati: tu hai il potere di indirizzare le tue emozioni e di viverle come una risorsa per arricchire la tua interiorità.
Non rimandare; prendi la prima matrioska e inizia a scoprire la tua rabbia.
Osho “Corso di meditazione “ MONDADORI