Sola, si! Mi sento sola.
Quando vengo giudicata, e anche quando vengo sminuita: anzi no, “ridimensionata”, che suona più politically correct ma è comunque very aggressive.
Mi sento sola quando vengo esclusa e quando vengo ignorata.
Avverto la solitudine quando non mi posso lamentare perché comunque diciamocelo, c’è chi sta peggio di me in questo mondo, e comunque c’è chi c’è già passato e non si è lamentato.
Succede spesso che mi sento sola quando non mi sento capita, e questa cosa mi fa così arrabbiare!
Quando nelle chat nessuno risponde e tutti continuano i discorsi degli altri.
Quando diciamo che non dormiamo più la notte ,e qualcuno ci risponde che ce l’avevano detto che sarebbe successo!
Quando diciamo che siamo stanche perché lavoriamo tanto e ci viene detto che l’abbiamo scelto noi, quindi dobbiamo accettare tutte le conseguenze.
Poi ci sono i nostri figli, quelli che ci fanno impazzire, e ci viene detto che una brava mamma non dice certe cose, non fa certi pensieri e non classifica i figli così.
Quando non abbiamo la forza per parlare con le amiche, o quando non riusciamo ad ascoltarle, succede che poi loro ci lasciano sole, perché nella loro testa, evidentemente, noi dovremmo esserci sempre e comunque.
La verità è che quando ti senti sola, hai un pò paura
Ci sentiamo sole quando nostro marito ci lascia, e non abbiamo più nessuno su cui contare.
E abbiamo paura, anche se ci dicono che passerà.
Quando le nostre colleghe parlano di noi in nostra assenza, e indovinate un po’? Da certi discorsi non ne usciamo mai bene.
E poi c’è il nostro capo che ci dice che non siamo veloci, brave, performanti.
E siamo tristi, ma vediamo gli altri sempre felici, tutti felici, con vite perfette. Ma come fanno?
Solitudine: c’è modo e modo di avvertirla
Sono tantissime le situazioni in cui ci sentiamo sole, e quelli sopra sono solo alcuni esempi, esempi tutti al femminile che ci portano dritte dritte da lei: la SOLITUDINE
C’è modo e modo di sentire la solitudine, e come tutti gli stati d’animo può avere risvolti positivi e negativi.
Positivi in quanto lo stare da soli, “pieni”, e solo in compagnia di noi stessi, può essere energia e combustibile per il cambiamento; quando ci prendiamo del tempo e assaporiamo i silenzi, il buio, lo spazio occupato solo da noi, siamo molto spesso in una fase di rielaborazione e di creazione.
Creiamo le basi per il nostro futuro, per tutto ciò che vogliamo cambiare, migliorare e portare avanti; a volte si tratta di lavoro, a volte di rapporti interpersonali, a volte sono passioni e svaghi.
Tutti questi aspetti fanno parte della solitudine cercata, volute, apprezzata e a volte agognata. Avete presente la mamma che desidera solo cinque minuti di solitudine e di silenzio in bagno? Ecco. A volte i grandi cambiamenti si pensano proprio in bagno, parola di mamma e di psicoterapeuta!
Quando può diventare dannosa la solitudine?
Possiamo parlare tuttavia anche di quella solitudine “cattiva”, quella che non ci fa sentire capite, ci fa sentire diverse, isolate.
In tutti questi casi il silenzio diventa assordante, e sgorga in fiumi di lacrime o urla di rabbia.
In tutti questi casi la solitudine è tossica e nociva; così nociva che crea in noi brutti pensieri e brutte sensazioni, innescando un circolo talvolta vizioso dal quale sembra impossibile uscire.
La solitudine è un cane che si morde la coda: più mi sento sola perché mi sento rifiutata, più attuerò comportamenti di isolamento o distanziamento che avranno come conseguenza l’ulteriore allontanamento da parte “dell’altro”. Tutto questo confermerà la mia idea di essere sola.
Questa solitudine fa male al nostro benessere fisico: mal di testa, stanchezza, mal di pancia; fa male al nostro benessere mentale: ci sentiamo non adeguati, deboli, impotenti, sentiamo che stiamo subendo una condizione che non ci piace e che non ci è propria.
L’uomo è un “animale sociale”, tra i suoi bisogni primari, oltre al cibo, al riposare, al riprodursi, c’è anche la socialità; quindi capiamo quando è importante lavorare su questa solitudine subita e non cercata.
“La solitudine non è vivere da soli, la solitudine è il non essere capaci di fare compagnia a qualcuno o a qualcosa che sta dentro di noi.”
(José Saramago).
Questa frase apre vari scenari, che riprenderemo più avanti; questa frase ci da modo di capire che per uscire dalla solitudine possono esserci vari modi:
strategie concrete e veloci di cui parleremo sicuramente a breve, ma anche un percorso più interiore e introspettivo che va a porre le sue basi sulla “ristrutturazione cognitiva” di pensieri quali: mi sento sola, non mi sento capita, mi sento diversa.
Approfondiremo tutto ciò percorrendo insieme questa strada!
E tu, ti sei mai sentita sola?